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Trump fa tremare ancora le Borse. Spread, Italia peggio della Grecia nei titoli a 5 anni

Mag 31, 2019

MILANO – Ore 10.30. Donald Trump fa tremare ancora le Borse di tutto il mondo. L’annuncio dei dazi del 5% su beni importati dal Messico come mezzo di pressione per spingere Paese vicino a contrastare l’immigrazione penalizza pesantemente le Borse. In una giornata difficile per tutti i listini asiatici soffre in particolare Tokyo, che termina a a -1,61%.

In ribasso sono attese anche le Borse europee: Milano perde l’1,29%, Londra cede lo 0,88%, Francoforte l’1,4% e Parigi lo 0,99%. Si surriscalda ancora lo spread, in attesa della risposta che il governo italiano invierà a Bruxelles alla lettera inviata della Commissione mercoledì e mentre l’Istat ha tagliato le proprie stime di crescita relative al primo trimestre: il differenziale schizza in avvio a 292 punti , con il rendimento del decennale e al 2,71% e tocca i nuovi massimi da dicembre. Un rialzo accelerati anche dal calo dei bund tedeschi, il cui rendimento tocca in mattinata il -0,2% segnando i minimi storici.

Trump fa tremare ancora le Borse. Spread sopra quota 290

Apertura in leggero calo per l’euro che viene scambiato a 1,1132 dollari, contro i 1,1133 di fine seduta di ieri.

Giornata ricca sul fronte dei dati macroeconomici. L’Istat pubblica i conti economici del primo trimestre, l’inflazione a maggio e i prezzi alla produzione dell’industria, delle costruzioni e dei servizi in aprile e i trimestre. In Germania attese le vendite al dettaglio ad aprile e l’inflazione a maggio. Nel pomeriggio in arrivo dagli Stati Uniti la spesa per consumi in aprile, i redditi delle famiglie in aprile. Positivi i dati arrivati nella notte dal Giappone, con la disoccupazione scesa a maggio al 2,4% e la produzione salita nell’ultimo mese dello 0,6%.

La nuova mossa di Trump fa crollare le quotazioni de petrolio. I contratti sul greggio Wti perdono ancora l’1,1% e scendono sotto la soglia dei 56 dollari a 55,96 dollari al barile. Il Brent cede 88 centesimi a 6,69 dollari. SI muove invece al rialzo l’oro, che cresce a 1293 dollari l’oncia.

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