Mi sono dichiarato totalmente estraneo alla infamante accusa di aver ricevuto 40mila euro, si tratta di una ipotesi che la Procura di Perugia ha voluto contestarmi in relazione alla quale ho totalmente fornito ogni elemento per dimostrare di non aver mai ricevuto somme di denaro, di non aver mai avuto rapporti con gli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore. Cos il pm Luca Palamara al termine dell’interrogatorio a Perugia, dove indagato per corruzione. Il magistrato, ex consigliere del Csm, ritenuto legato ad Amara, Colafiore e Fabrizio Centofanti, gi accusati di corruzione in atti giudiziari.
L’accusa della Procura di Perugia
Stando all’accusa, Palamara avrebbe percepito una tangente da 40mila euro per agevolare la nomina del pm Giancarlo Longo – gi coinvolto in inchieste per corruzione in atti giudiziari con Amara -, avrebbe cercato di danneggiare la credibilit del pm di Siracusa Marco Bisogni, “colpevole” di essersi messo contro gli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore, e voluto screditare il procuratore aggiunto di Roma Paolo Ielo, utilizzando un esposto al Csm a firma del pm di Roma Stefano Fava (anche lui indagato).
Mai perorato la nomina di Longo
Il magistrato con accanto i suoi difensori, gli avvocati Benedetto e Mariano Marzocchi Buratti e Michele Di Lembo, ha aggiunto: Non ho mai perorato il nominativo di Giancarlo Longo per la Procura di Gela, anche perch non solo non ero nella competente commissione quell’anno come facilmente riscontrabile ma soprattutto perch a nessuno ho mai indicato tale nominativo. Aggiunge: Oggi, nell’interesse della magistratura tutta voglio mandare un segnale distensivo poich non mi riconosco in quanto pubblicato sui giornali, non avendo avuto mai l’intenzione di danneggiare nessun collega del mio ufficio e tantomento l’aggiunto Paolo Ielo e di aver espresso giudizi e opinioni che sono stati captati nell’ambito di un attivit di intercettazione e che rappresentano esclusivamente momenti di tensione interna all’ufficio per la nomina dei vertici di Roma con la convinzione e la consapevolezza che ogni scelta avverr senza alcuna interferenza da parte del Csm.
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Su di me una montagna di fango
Non mi riconosco – ha detto – su questa valanga di fango caduta sulla mia persona e sulla magistratura intera. Non avrei mai inteso danneggiare alcuno – ha sottolineato Palamara -, tanto meno i colleghi del mio Ufficio verso i quali ho sempre manifestato stima, disponibilit e attenzione.
Anm: chiesti atti a Perugia
L’Associazione nazionale magistrati chieder alla Procura di Perugia, che sta indagando su diversi magistrati romani, a partire dall’ex presidente del sindacato delle toghe Luca Palamara, gli atti ostensibili per poter avere una diretta conoscenza dei fatti e consentire una preliminare istruzione dei probiviri sulle condotte di tutti i colleghi, iscritti alla Anm, che risultassero in essi coinvolti.
Banafede: incaricati ispettori
Le vicende che stanno investendo i giudici Palamara e Fava sono all’attenzione del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che, gi nei primi giorni di maggio, ha investito l’ispettorato del Ministero del compito di svolgere accertamenti, valutazioni e proposte. Lo si apprende da fonti di via Arenula.
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