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Cannabis “light”, la Cassazione: stop alla vendita, è reato – Il Sole 24 ORE

Mag 30, 2019

Per la Cassazione, la legge non consente la vendita o la cessione a qualunque titolo dei prodotti derivati dalla coltivazione della cannabis, come l’olio, le foglie, le inflorescenze e la resina. Lo ha hanno deciso le sezioni unite penali della suprema corte che cos danno uno stop alla vendita della ‘cannabis light’.

La IV Sezione penale, con ordinanza n. 8654 dell’8 febbraio 2019 aveva infatti rimesso alle Sezioni unite la questione se le condotte diverse dalla coltivazione di canapa delle variet di cui al catalogo indicato nell’art. 1, comma 2, legge 2 dicembre 2016 n. 242 – e, in particolare, la commercializzazione di cannabis sativa L – rientrino o meno nell’ambito di applicabilit della predetta legge e siano pertanto penalmente irrilevanti, ai sensi di tale normativa. La procura generale, rappresentata dal Maria Giuseppina Fodaroni, aveva invece richiesto l’invio degli atti alla Consulta. Siamo contro qualsiasi tipo di droga, senza se e senza ma, e a favore del divertimento sano ha detto il vicepremier Matteo Salvini commentando la sentenza.

Vendita derivati illecita se droganti

La commercializzazione di “cannabis sativa L”. e, in particolare, di foglie, inflorescenze, olio, resina, ottenuti dalla coltivazione della predetta variet di

canapa – afferma la Cassazione nella sua massima – non rientra nell’ambito di applicazione della legge n.242 del 2016 che qualifica come lecita unicamente l’attivit di coltivazione di canapa delle variet per uso a fini medici, pertanto integrano reato le condotte di vendita e, in genere, la commercializzazione al pubblico, a qualsiasi titolo, dei prodotti derivati dalla coltivazione della ‘cannabis sativa L.’, salvo che tali prodotti siano in concreto privi di efficacia drogante”. Saranno dunque i giudici di merito, di volta in volta, a valutare quale sia la soglia di ‘efficacia drogante’ che rientra nei ‘parametri’ del consentito.

Il verdetto emesso dalle Sezioni Unite si concluso con l’annullamento con rinvio della revoca di un sequestro di prodotti derivati dalla cannabis, come chiesto in subordine dal Pg della Suprema Corte che si era espresso per l’invio degli atti alla Consulta, come prima indicazione.

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