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Taglio vitalizi, le Regioni si adeguano: mancano all’appello Trentino e Sicilia

Mag 30, 2019

Tutte in regole, tranne Trentino e Sicilia. Tutte Regioni italiane in questi giorni si sono messe in regola. E hanno provveduto al ricalcolo con sistema contributivo dei vitalizi di 3.300 ex consiglieri, come previsto da un accordo siglato il 3 aprile in conferenza Stato-Regioni, con un risparmio complessivo che dovrebbe ammontare ad almeno 22 milioni annui. In pratica, si ricever in base a quanto stato versato, sul modello di quanto gi deciso dalla Camera e dal Senato per gli ex parlamentari. L’accordo ha messo in pratica una norma inserita nell’ultima legge di bilancio in base alla quale, a decorrere dall’anno 2019, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, entro quattro mesi, avrebbero dovuto ridefinire i vitalizi di cui beneficiano presidenti di regione, consiglieri o assessori regionali.

Per chi non provveda entro i termini previsti, la legge di bilancio stabilisce un taglio del 20 per cento dei trasferimenti erariali diversi da quelli destinati al finanziamento del Servizio sanitario nazionale, delle politiche sociali e per le non autosufficienze e del trasporto pubblico locale. Il termine per legiferare era il 30 aprile. Ma una norma contenuta nel decreto crescita ha concesso una proroga di un mese: 30 maggio.

In questi ultimi giorni tutte le Regioni si sono messe in regola, ricalcolando i vecchi vitalizi sulla base del metodo contributivo. La Valle d’Aosta stata la prima il 22 maggio. A seguire la Liguria il 27 maggio. Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Marche, Molise, Toscana, Umbria, Veneto il 28 maggio. E la Puglia il 29 maggio. Una proroga (il termine slitta a entro tre mesi dalla data della prima riunione del primo consiglio regionale, ndr) stata prevista dalla legge di bilancio per quelle Regioni come Abruzzo, Sardegna, Basilicata e Piemonte chiamate al voto quest’anno.

Trentino Alto Adige e Sicilia sono le uniche Regioni che mancano all’appello. stato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro a stigmatizzare nei giorni scorsi il fatto che le due Regioni non hanno programmato una seduta del consiglio per stare nel termini dell’accordo. Il Trentino ha deciso di aspettare l’esito di un ricorso su una precedente riforma dei vitalizi approvata dalla Regione. Sentenza sfavorevole al ricorrente. Abbiamo aspettato la sentenza della Corte Costituzionale per una prudenza che si giustifica nella volont di agire, ancora una volta, nel modo migliore e pi efficace ha dichiarato il presidente del consiglio regionale del Trentino Alto Adige Roberto Paccher, cheha evidenziato come il 14 maggio l’Ufficio di Presidenza ha elaborato un proprio percorso, che prevede un ulteriore intervento in linea con quanto previsto dalla nuova normativa nazionale. Sta di fatto che la proposta di legge di ricalcolo contributivo dei vitalizi non stata ancora calendarizzata in commissione e in Aula.

In ritardo anche la Sicilia. Due settimane fa stata istituita una commissione speciale, ma solo il 29 maggio stato nominato l’ufficio di presidenza. Risulta agli atti una proposta di legge presentata dal M5s. Ma i lavori in commissione non sono ancora entrati nel vivo. Quanto al rischio del taglio dei trasferimenti del 20% in seguito al mancato rispetto dei termini, dal segretariato generale filtra tranquillit. Il ricalcolo contributivo va approvata entro fine maggio in assemblea ma ci sono poi sei mesi (entro il 1 dicembre, ndr) per l’entrata in vigore definitiva. E noi contiamo certamente di farcela ampiamente per quella data.

Da segnalare a tal proposito che l’intesa Stato-Regioni del 3 aprile, prevede che per consentire di completare gli adempimenti amministrativi necessari, l’applicazione delle disposizioni che prevedono la rideterminazione degli assegni vitalizi pu essere differita a non oltre il sesto mese successivo alla loro entrata in vigore. E si arriva cos al 1 dicembre come data limite.

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