Il “popolo” dei terrapiattisti è formato da cinque-sei simpatizzanti che ammettono candidamente di non sapere molto e di credere dunque a quello che viene spiegato semplicemente. Come Vito Bertolino, bibliotecario di Marsala, che dopo le scuole dell’obbligo ha mollato gli studi “perché ti insegnano solo cavolate”.
Per il resto, tra i circa cinquanta partecipanti al convegno “Terra piatta, tutta la verità”, ci sono giornalisti – “grazie per essere venuti, ci fate da cassa di risonanza”- e curiosi, venuti appositamente “per divertirsi”. Come Lucia e Antonio, biologo lei fisico lui, entrambi di Venezia che hanno scelto questo fine settimana per quel viaggio a Palermo che rimandavano da tempo: “Troppo divertente”.
O come Marida, commercialista calabrese, “curiosa di capire fin dove vogliono arrivare”. In platea c’è pure uno psicoterapeuta di Palermo, che preferisce restare anonimo: “Voglio studiare il fenomeno: è preoccupante”. C’è anche Manfredi Cinà, palermitano, fresco di laurea in cooperazione internazionale, che è venuto all’hotel Garibaldi, l’albergo del centro che ospita il convegno, per documentare tutto sulla sua pagina Facebook Politour.E poi ci sono anche i, pochi, adepti: “Mi affascina la loro tesi della terra piatta, perché hanno delle dimostrazioni empiriche interessanti. Io ci credo e sono qui per questo” dice Eliana Urbano Raimondo, 24 anni, organizzatrice di mostre. E ci crede anche Caterina, spiritualista.
Il direttore dell’hotel, Michele Bellavista, assiste dal corridoio: “Non sapevamo che si trattasse di questo quando abbiamo affittato la sala, ci dissociamo da queste teorie”.
I tre relatori, i siciliani Agostino Favari e Calogero Greco e il bresciano Albino Galuppini, l’unico che ha svelato la sua professione, agricoltore, ribadiscono i concetti già anticipati ieri: “Le immagini dei buchi neri? Sono false”. “Il sole, piccolo piccolo, gira sopra la terra piatta percorrendo una spirale ed è per questo che cambiano le stagioni”. “Percorre la spirale in base a quale principio?” chiede Antonio, il fisico in platea. “Quando avremo il Cern a disposizione lo scopriremo”, si inalbera Flavio, terrapiattista convinto. “Dobbiamo rottamare tutta la scienza che ci hanno fatto studiare – alza la voce Galuppini – non abbiamo ancora le risposte. Ci vogliono nuovi studi”.
Il punto del programma “l’egocentrismo della stella polare” salta per l’assenza della relatrice.