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Marsala, morto sul lavoro come suo padre

Mag 10, 2019

Giuseppe Laudicina era alla fine della sua giornata di lavoro. Aveva già installato l’antenna sul tetto della palazzina di proprietà di due anziani, al centro di Marsala. Da lì a poco sarebbe tornato dalla sua famiglia, invece è caduto nel vuoto da un’altezza di circa sei metri. È morto sul colpo. Aveva 56 anni. La stessa età del padre che, trentadue anni fa, rimase schiacciato da un camion che lo travolse mentre stava costruendo proprio la casa del figlio. Un destino identico e crudele ha bussato per la seconda volta alla porta della famiglia della provincia di Trapani.

Giuseppe Laudicina è la sesta vittima di un incidente sul lavoro nel giro di 24 ore nel sud del Paese. Marsala come Sant’Antimo e Casoria nel Napoletano, Foggia, Agrigento, Ragusa. Altri due operai sono rimasti feriti ad Amatrice e a Sant’Antimo. La Sicilia nella giornata nera dei morti sul lavoro offre il triste record di tre uomini che non ce l’hanno fatta. In Italia dall’inizio dell’anno a perdere la vita sono stati già in 434.

“Papà era un uomo dolcissimo. Aveva poche passioni. Di certo quella più grande era per la famiglia. Infatti, negli ultimi mesi si dava da fare con diversi lavori saltuari per consentire a me di studiare a Pisa e a tutti noi di vivere una vita dignitosa. Era un elettricista e un idraulico esperto proprio come il nonno”, non riesce a trattenere le lacrime Margherita, 29 anni, la figlia maggiore dell’operaio siciliano. In sella alla bici nel tempo libero, goloso di dolci, Giuseppe Laudicina era sposato da trent’anni con la moglie Giuseppina. Era padre anche di Vincenzo, 25 anni, saldatore. “Nella nostra ultima telefonata rideva come un bambino perché gli avevo chiesto di mantenere un segreto con mamma che non posso rivelare. Una cosa tra noi perché con papà il mio era un rapporto speciale”, scava nei ricordi degli ultimi giorni Margherita.

In Italia altre cinque famiglie piangono i loro cari e altre due sperano nelle sale d’aspetto degli ospedali che i loro parenti rimasti gravemente feriti possano farcela. A Sant’Antimo paese sotto shock per la fine di Giuseppe Dell’Omo. Anche lui non ce l’ha fatta dopo un volo di 15 metri. Il tetto di una ex distilleria sopra al quale stava effettuando alcuni lavori insieme a un collega è venuto giù facendo cadere i due. Dell’Omo è morto, il collega di 43 anni è in prognosi riservata al Cardarelli di Napoli. Sempre in Sicilia, a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, Giulio Albanese è rimasto schiacciato a 65 anni dai nastri trasportatori all’interno del porto. Lavorava per Italkali e dal 2016 aveva inaugurato la sua seconda vita. È stato un pentito di mafia e dal programma di protezione era uscito due anni fa. È stato protagonista di vicende mafiose degli anni Ottanta e Novanta.

Sulla sequenza di morti sono state aperte le inchieste da parte delle procure. Sotto la lente d’ingrandimento la posizione lavorativa degli operai e l’adozione o meno delle norme di sicurezza. Anche a Marsala si indaga senza sosta e i poliziotti, guidati dal dirigente Matilde Corso, hanno già sentito i testimoni e hanno sequestrato il cantiere. Sembra che Giuseppe Laudicina non fosse messo in regola. La procura ha disposto l’autopsia.

“Papà era un tuttofare e accettava piccoli ingaggi. Lavorava anche i terreni di famiglia ma non perdeva mai il suo sorriso”, spiega Margherita. Nella casa di Marsala è un commosso corteo di amici e parenti in visita. “Stiamo rivivendo il dolore che subì mia nonna nel 1986 e oggi accanto a noi. Un assurdo passaggio di testimone a mio fratello e a mia madre”, dice la giovane che è arrivata ieri mattina da Pisa. Sorrisi, ogni tanto qualche vacanza nell’entroterra siciliano, le scorpacciate dei tanto amati cannoli alla domenica quando tutti e quattro si ritrovavano attorno alla tavola, il viaggio a Viareggio per il Carnevale. Ricordi che sembrano già lontani.

Nell’ultimo periodo Giuseppe Laudicina aveva un motivo in più per sorridere. Margherita a luglio si laureerà in Servizio sociale e lui raccontava in giro con orgoglio della sua bambina che ce l’aveva fatta a sostenere tutte le materie con profitto. Adesso la figlia scuote la testa: “Non posso farcela, non mi presenterò. Papà non sarà lì con me. Non ci sarà nemmeno nella prossima sessione e in tutti i giorni importanti della mia vita”.

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