Qualche passo avanti l’Italia l’ha anche registrato, a cominciare dai rifiuti dove i tassi di raccolta differenziata e riciclaggio sono in costante aumento in tutta la penisola. Ma su altri fronti, leggi ecoinnovazione o emissioni, resta ancora parecchia strada da fare. Se vero che, sono stime dell’Agenzia europea dell’ambiente, l’inquinamento atmosferico stato responsabile di circa 74mila morti premature nel nostro paese nel 2015. A documentare progressi e arretramenti la dettagliata relazione della Commissione europea sull’attuazione delle politiche ambientali 2019 (che si riferisce all’anno 2018) presentata nei giorni scorsi a Bruxelles.
Piccoli progressi su rifiuti ma servono altri sforzi
Secondo il documento, che l’esecutivo Ue ha prodotto per tutti i 28 paesi dell’Unione con l’obiettivo di fare il punto dello stato di avanzamento e dell’attuazione del diritto ambientale europeo, la gestione dei rifiuti ha registrato alcuni progressi in Italia, con un costante aumento delle percentuali di riciclaggio e compostaggio negli ultimi sette anni (nel 2016 l’asticella del riciclaggio era del 46 per cento). Certo, ammette la Commissione, vi sono notevoli differenze regionali nel trattamento dei rifiuti urbani che, va detto, sono aumentati negli ultimi tre anni, ma servono ulteriori sforzi per rispettare gli obiettivi di riciclaggio dell’Ue dopo il 2020, a partire dalle discariche irregolari che vanno chiuse o risanate.
L’emergenza discariche
Un nodo, quest’ultimo, particolarmente dolente per l’Italia anche perch, ricorda Bruxelles, per alcune di queste la Corte di giustizia dell’Unione Europea ha gi imposto, dal 2014, sanzioni economiche al nostro paese. Che continua peraltro a essere soggetto a sanzioni dovute all’incapacit di creare una rete appropriata di gestione dei rifiuti in Campania, sebbene la regione abbia compiuto progressi in merito. L’Europa ha fissato un nuovo obiettivo al 2035 – andranno conferiti in discarica solo il 10% dei rifiuti urbani – ma le Regioni viaggiano a velocit differenziata. Non solo. Ci sono forti scostamenti anche rispetto alle imposte sulle discariche che, suggerisce la Commissione, andrebbero invece armonizzate.
Il nodo irrisolto del trattamento delle acque reflue
Altro dossier caldo quello del trattamento delle acque reflue urbane (gli scarichi delle fognature pubbliche) dove l’Italia presenta un certo ritardo per quanto concerne la conformit alla legislazione europea. La relazione della commissione mette nero su bianco i numeri dell’emergenza italiana che sono, spiega Bruxelles, una fonte di preoccupazione. Nel complesso, in Italia nel 2014 il 93,8% delle acque reflue veniva raccolto e il 71,9% del carico raccolto era sottoposto a trattamento secondario con le regioni del Meridione (dalla Calabria alla Puglia) ancora indietro sul fronte della conformit. Per risolvere i casi di violazione, l’Italia ha anche nominato un commissario per le emergenze nel 2017, ma i progressi sono stati limitati al punto che, il 31 maggio 2018, la Corte di giustizia europea, ha sanzionato la penisola per l’inosservanza della direttiva sul trattamento delle acque reflue condannando il paese al pagamento di ammende. Servono, dunque, ulteriori correttivi, suggerisce Bruxelles, a partire da maggiori investimenti nelle infrastrutture idriche per garantire l’attuazione della normativa.
Italia soffocata dal traffico alle prese con il deferimento Ue
C’ poi il tema della riduzione delle emissioni, ma i progressi sono stati molto contenuti anche se gli sforzi non sono mancati. I governi nazionali e regionali, si legge infatti nella relazione, stanno intensificando gli sforzi per affrontare l’inquinamento, stipulando accordi che includono misure di pianificazione (come le zone a traffico limitato), incentivi fiscali e miglioramenti tecnici alle automobili, ma sono necessari interventi supplementari. I numeri, infatti, su questo fronte sono molto preoccupanti: nel 2016 e 2017 sono stati segnalati superamenti sia per il particolato che per il biossido di azoto, principalmente a causa dell’elevato livello del traffico stradale (dove oltre l’80% degli spostamenti avveniva tramite auto private) e di una combustione domestica inefficiente. Sforamenti che hanno portato l’Italia a essere deferita nel 2018 alla Corte di giustizia europea per spingerla a mettere in atto misure appropriate per assicurare la conformit di tutte le zone.
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