questo progetto di baratto ad essere ora contestato dalla Procura di Milano a Caianiello come reato di istigazione a una corruzione di cui Fontana indicato come parte offesa (anzich come concorrente nella corruzione) perch, pur senza denunciare il baratto, in una intercettazione diretta tra i due avrebbe spiegato a Caianiello di voler esplorare altre possibilit riguardo il futuro di Marsico. Ma in queste ore l’inchiesta dei pm Silvia Bonardi, Luigi Furno e Adriano Scudieri – entro la quale affiora l’iceberg di questa storia imbarazzante per i vertici della Regione – scoperchia peraltro un pulviscolo di ritenuti illeciti nella pubblica amministrazione della Lombardia amministrata dalla maggioranza di centrodestra Lega-Forza Italia, e determina marted mattina 43 misure cautelari (12 arresti in carcere, 16 ai domiciliari, e il resto obblighi di dimora e di firma) ordinate dalla giudice Raffaella Mascarino – su richiesta due mesi fa della Procura – soprattutto per una urgente esigenza cautelare: quella di dover interrompere un continuo susseguirsi di reati ascoltati in diretta dalle indagini della Guardia di Finanza di Milano e di Busto Arsizio, dei carabinieri di Monza e della Polizia municipale meneghina, in un intrecciarsi di filoni autonomi tra loro ma spesso aventi come punti di contatto di volta in volta tre personaggi: o Caianiello, o il consigliere comunale milanese e vicecoordinatore regionale di Forza Italia Pietro Tatarella, o l’imprenditore del settore rifiuti e bonifiche ambientali, Daniele D’Alfonso della Ecol-Service srl, l’unico al quale viene contestata anche l’aggravante di aver agevolato il clan di ‘ndrangheta dei Molluso facendone lavorare uomini e mezzi negli appalti presi pagando appunto tangenti.