Mangiare a casa i piatti realizzati da un ristorante. Per qualcuno è il massimo, per altri potrebbe essere considerato il “massimo” della tristezza. UberEats non si fa domande ma risponde alle esigenze di chi non ha tempo o voglia di prepararsi un pranzo o una cena.Da oggi è sbarcato a Milano, dopo il successo riscontrato in altre 43 città di 13 paesi.
Scarichi la app (Android e iOS) su smartphone o tablet, attivi un account, inserisci i codici della carta di credito e il più è fatto. Vieni geolocalizzato, su schermo vengono mostrati i ristoranti più vicini, ordini e ti portano a casa le leccornie in circa mezz’ora. Persino il “fattorino”, in bicicletta o scooter, può essere monitorato nello spostamento.
È tutto “liquido” – tranne le portate a meno che non si ordini una zuppa. Il fattorino viene pagato tramite l’app in base a numero consegne e km, senza che siano previsti turni. I ristoranti stabiliscono la loro disponibilità a piacimento. Uber trattiene una parte della transazione.
In questa fase di avvio la clientela può godere della consegna gratuita 7 giorni su 7, poi in futuro costerà 2,5 euro. Non sono previsti minimi d’ordine.
I ristoranti partner sono già 100 nell’area milanese. Fra questi Ravioleria Sarpi, Ghe Sem, Maido, Let’s Wok (per la cucina asiatica), God Save The Food, Trattoria della Pesa (per la cucina tradizionale), Fatto Bene, Hambistro, Macinata (per gli amanti degli hamburger), Mantra Raw Vegan, 3wRAW (per la cucina salutare e vegetariana), La Martesana e Le Vrai (panetteria).
Inoltre, fino al 9 novembre sia dall’applicazione che dal sito, sarà possibile ordinare gli special dell’UberMENU. Gli chef consigliano: UberBURGER (by Fatto Bene), UberPANZEROTTO (by Priscio), UberFISHBURGER (by A’mare) UberLIGHT e UberJUICE (by Mantra Raw Vegan), UberPIZZA (by Briscola), UberFANCYKEBAB (by Mariu), UberINVOLTINO (by Ravioleria Sarpi) o UberYOGURT (by V3raw).
“Presto ci troveremo a gestire più ordini da UberEats che corse su UberBlack”, ha confermato Carlo Tursi, general manager di Uber Italia. Insomma, la sfida con Just Eat, Deliveroo e Foodora è aperta.
Dicevo “massimo” della tristezza. Che ne sarà del piacere di andare al ristorante, le coccole del servizio, la convivialità in un altro luogo? Forse sarà destinato sempre di più a un’esperienza per pochi. Noi nelle nostre casette, con le nostre cosette, rintanati. E il mondo fuori.
Ok, ogni tanto magari farà comodo la consegna a casa, ma non facciamoci l’abitudine.