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Alitalia, due anni dal fallimento. E i commissari studiano l’ennesimo rinvio della scadenza dei termini

Mag 2, 2019

ROMA – Dovrebbe arrivare oggi la decisione dei commissari Alitalia sull’ennesimo rinvio dei termini per la presentazione delle offerte vincolanti scaduti due giorni fa. Non ci sono grosse novità nonostante siano passati esattamente due anni dall’accesso alla amministrazione straordinaria e un “conto” molto salato per i cittadini che oltre al miliardo di euro dovranno anche mettere in conto le spese per la gestione commissariale e le consulenze.

Oggi dunque sapremo se i termini per la presentazione delle offerte sarà posticipato per la terza volta oppure no. Nonostante siano passati 700 giorni e fiumi di parole e indiscrezioni, Alitalia resta sola e la gestione dei commissari sembra non aver ancora trovato un punto di svolta. Ora ci si affida agli ultimi 25 giorni prima delle elezioni per trovare una soluzione. Tre le ipotesi sul tavolo: la prima punta al rinvio di due o tre settimane, giusto in tempo per arrivare alla vigilia delle europee senza scavallare questo termine, convincendo Delta, Fs e possibilmente Atlantia a dare il via alla newco Alitalia.

La seconda, più politica, potrebbe addirittura arrivare a fine maggio, e quindi slittando a dopo il voto, per non mettere il caso al centro della campagna elettorale. Ultima possibilità, al momento la meno probabile, quella di una chiusura dei termini e la successiva messa in liquidazione della società, visto che in due anni nessuno ha trovato una soluzione. A quel punto potrebbe spuntare fuori l’interesse mai sopito di Lufthansa che porterebbe a casa con un pugno di euro e un’offerta alla “prendere o lasciare”, le spoglie della ex compagnia di bandiera. In questo caso resterebbe una azienda ridimensionata ma comunque funzionante anche se con prezzo da pagare in termini di flotta, rotte e personale in esubero.

Ma vista l’incapacità di trovare una soluzione da un punto di vista sociale meno pesante, anche i sindacati di categoria pronti allo sciopero il 21 maggio, cominciano a spingere per una soluzione anche difficile da digerire, soprattutto per Luigi Di Maio che ha sempre escluso di voler cedere la compagnia ai tedeschi. Ma avanza anche con forza un certo realismo tra i dipendenti e nell’anima leghista del governo: meglio un’Alitalia viva ma ridimensionata che la liquidazione e la scomparsa del marchio.

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