Continua la lunga “telenovela” dell’Alitalia che a molti, considerando anche i tempi pasquali, sembra una vera e propria “Via Crucis”. Gli ultimi sviluppi del caso rischiano, infatti, di penalizzare tutti coloro che cercano di sbrogliare in qualche modo l’intricata matassa. Capit all’ex ministro per lo Sviluppo economico, Carlo Calenda, che dapprima previde l’ingresso di nuovi soci addirittura entro il 4 marzo (quasi 14 mesi fa), alla vigilia delle elezioni politiche, e poi spost l’asticella molto pi avanti nel tempo.
E sta capitando anche al nuovo esecutivo gialloverde che, sull’Alitalia, sta rimediando una figuraccia dietro l’altra. Se da una parte, infatti, alla disperata ricerca di qualche partner credibile (e l’ultima a rinunciare stata easyJet) l’Italia rischia di incorrere nuovamente nei “fulmini” europei perch la compagnia non riuscir a restituire il prestito-ponte dello Stato (come previsto dal decreto crescita), dall’altra il governo continua a raschiare il fondo del barile per trovare qualche nuovo socio disposto a mettere quattrini nel “pozzo” tricolore.
A questo punto, come possibili “partner” resterebbero in piedi le opzioni delle Ferrovie dello Stato (che dovrebbero prendere il 30% di Alitalia) e di Eastern Delta, ma questi ingressi non sarebbero sufficienti, anche se lo stesso Tesoro dovrebbe prendersi una piccola quota, il 15%, della societ. I giornali hanno scritto, nelle ultime settimane, di contatti in corso con la Fincantieri ma le trattative appaiono in alto mare nel vero senso della parola considerando pure che il gruppo si occupa di ben altro: navi anzich aerei.
Per trovare qualche soluzione e sbloccare finalmente l’“impasse”, il governo starebbe, cos, bussando alla porta di Atlantia, il gruppo che fa capo ai Benetton e che comprende la Societ Autostrade. Insomma, sarebbe davvero il caso di parlare di strani scherzi del destino perch proprio ad Autostrade fa capo il ponte Morandi di Genova, crollato l’estate scorsa, che provoc gli strali di Palazzo Chigi e di molti ministri, a cominciare da Toninelli. Dopo avere, quindi, sparato ad alzo zero contro gli azionisti di Atlantia sembra quasi grottesco il fatto che Conte & C. si siano ricreduti in cos poco tempo perch oggi il gruppo, agli occhi dell’esecutivo, diventato essenziale per il salvataggio della compagnia di bandiera. Cos va il mondo. Anche se c’ stato un tempo lontano in cui anche il “made in Italy” del settore pubblico aveva un certo “appeal”, Alitalia compresa.
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