Lo hanno firmato in sessanta tra parlamentari della Lega, di Fratelli d’Italia, consiglieri regionali, comunali, municipali. Chiedono al prefetto che i neofascisti di Casapound, Lealtà e Azione e Forza Nuova possano sfilare tranquillamente per le vie di Milano ricordando Sergio Ramelli, il giovane camerata ucciso nel 1975 da militanti di estrema sinistra. Da sempre è una occasione identitaria fortissima per l’estrema destra che ogni 29 aprile, tra saluti romani e croci celtiche, crea disordini e proteste in città. Ma la novità di quest’anno è che un partito di governo prende apertamente posizione in favore della manifestazione.
I firmatari, tra i quali i vice presidenti di Camera e Senato Fabio Rampelli e Ignazio La Russa, i leghisti Alessandro Morelli e Igor Iezzi (vicinissimi a Matteo Salvini) appoggiano la richiesta avanzata dal comitato di promotori che, si spiega nell’appello, “intende rendere onore a un giovane di 18 anni la cui sola colpa, come accertato dalla giustizia italiana, di avere aderito al Fronte della Gioventù”. L’estrema destra chiede dunque di poter organizzare il corteo-fiaccolata che parta da Piazzale Susa e che sfili per viale Romagna, via Beato Angelico per poi terminare in via Paladini.
Negli ultimi anni i rapporti tra Carroccio e l’estrema destra milanese – ma non solo – si sono fatti sempre più fitti e cordiali. Alle scorse elezioni comunali con la Lega si candidò anche un esponente di Lealtà e Azione, Stefano Pavesi, poi eletto in municipio 8 (il quale è ovviamente tra i firmatari dell’appello). Allora sembrò una faccenda scandalosa e che avrebbe potuto mettere in imbarazzo la Lega. Oggi invece i legami si sono rafforzati fino a diventare organici.