VENEZIA. “La Costituzione? È un libro di merda, buono per pulircisi il culo. La senatrice Liliana Segre? Starebbe bene in un simpatico termovalorizzatore. Erdogan? Avrà anche dei difetti ma rubargli qualche idea come le purghe a stampa, sindacati e polizia non sarebbe male”. Petto gonfio, testa rasata e pizzetto geometrico, il professor Sebastiano Sartori, ex segretario regionale di Forza Nuova, insegnante di storia dell’arte all’istituto alberghiero Barbarigo di Venezia, continua a diffondere odio e intolleranza attraverso la sua pagina Facebook. Non si nasconde e, anzi, sembra cercare l’attenzione. In qualche caso ci riesce pure, visto che più di qualche studente gli risponde “grande prof”. Nel 2012 finì sotto processo per le sue posizioni xenofobe ma l’anno dopo venne assolto e il risultato è che la musica non è cambiata al Barbarigo. Sette anni dopo conserva ancora il suo posto e diffonde le stesse idee.
Sono di nuovo i genitori a far emergere il problema, preoccupati per il fatto che le sue posizioni estremiste possano avere una cattiva influenza sull’educazione e sulla crescita dei figli. Tutti i loro dubbi e le loro perplessità sono stati messi nero su bianco in un esposto inviato all’ufficio scolastico provinciale, alla polizia e anche alla procura di Venezia. “Quello che Sartori esprime non è libertà di pensiero” scrivono i genitori in una lettera indirizzata al quotidiano La Nuova Venezia. “Noi crediamo nei valori della Costituzione e riteniamo che gli insulti che Sartori fa alla Costituzione stessa, al Papa e al presidente Mattarella siano fortemente lesivi dei valori educativi che ispirano le nostre famiglie e la scuola italiana”.
Sartori si fa fotografare fiero in corteo accanto al leader di Forza Nuova Roberto Fiore. E quando ricorda la morte della figlia di Heinrich Himmler, comandante delle forze di polizia durante il Terzo Reich, commenta: “Dal Valhalla salutaci papà”. “Anche in classe Sartori non risparmia esternazioni e comportamenti di chiara radice razzista” continuano i genitori snocciolando pesanti accuse, tutte inserite nell’esposto. “I nostri ragazzi hanno paura a controbattere, perché il suo atteggiamento è aggressivo e prepotente anche con i colleghi”. Rachele Scandella, preside del Barbarigo, interpellata dalla Nuova Venezia, non ha voluto commentare: “Io rispondo con gli atti previsti dalla legge”.