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Il finto invalido che ingannò persino il Papa

Apr 11, 2019

Pur di vivere alle spalle dello Stato era disposto a tutto. A muoversi su una sedia a rotelle, a iniettarsi lidocaina per indebolire il tono muscolare delle gambe, a sottoporsi a terapie traumatiche. Una truffa portata avanti in modo così ostinato e convincente da ingannare l’intera catena di controllo, i mezzi di informazione — numerose le iniziative di protesta finite sulle cronache locali — e persino il Vaticano, come testimoniato dall’udienza ottenuta dal Papa nell’aprile del 2015.

L’uomo, Roberto Guglielmi, 55 anni, fiorentino, alla fine è stato smascherato. Decisiva la testimonianza di una ex badante e soprattutto le foto e i video girati di nascosto dalla squadra mobile diretta da Nino De Santis, in cui lo si vede camminare senza alcun problema: per lui sono scattati gli arresti domiciliari con le accuse di falso ideologico e truffa, per aver percepito in modo indebito oltre 137.000 euro tra pensione di invalidità e accompagnamento. L’arresto due giorni fa: gli agenti l’hanno fermato di ritorno da un viaggio in Togo, dopo averlo visto scendere a piedi dalla scala dell’aereo.

Secondo le accuse il raggiro inizia nel 2007, con un falso incidente stradale organizzato con la complicità di un convivente. «Possiamo fare una cosa e così non ti faccio pagare l’affitto che ancora mi devi — la proposta fatta al complice — Tu fingi con la tua macchina di investirmi mentre io passo zoppicando sulle strisce». Da quel momento, grazie a una cartella clinica falsificata, l’uomo inizia a spacciarsi per paraplegico, inganna di volta in volta tutti i medici chiamati a certificare l’invalidità ma anche amici e conoscenti. Le indagini, portate avanti dalla sezione reati contro il patrimonio guidata da Alessandro Gallo, mostrano una vera e propria escalation.

Guglielmi inizia anche a spacciarsi di volta in volta per assessore, sottosegretario, amico di un generale, senza farsi mancare di interpretare anche un carabiniere e un poliziotto. Tutto per ottenere favori, ricoveri urgenti e trattamenti di favore. Ma non solo per quello. Anche per pura mania di protagonismo. Nel 2013 inscena una protesta accusando il Pd fiorentino di non avergli permesso di esercitare il voto a domicilio in occasione delle primarie: «Mi è stato impedito di dare un voto al mio sindaco Renzi».

Sempre fingendosi paraplegico, nel 2014 scrive a Papa Francesco, che si appassiona alla storia e gli telefona: l’anno successivo, come documentato da una foto finita agli atti dell’inchiesta, il Pontefice accetta di riceverlo in udienza. «Mi ha riaperto il cielo», racconta Guglielmi. Che nel 2018 lancia anche una raccolta fondi per il cane malato. Anni da impostore. Finiti con l’arresto.

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