Stalker come i mafiosi: rischiano di subire il sequestro dei patrimoni. Le linee guida ai questori in tutta Italia per adottare le nuove misure sono pronte. Per i responsabili di minacce, pedinamenti, molestie, telefonate, comportamenti ossessivi e odiosi, potr scattare la misura patrimoniale: colpir i beni necessari per i cosiddetti atti persecutori. Come l’auto utilizzata per stazionare davanti all’abitazione della donna perseguitata. Il conto corrente in banca per fare regali compulsivi. Persino il cellulare, se da l partono telefonate o messaggi a raffica di giorno o di notte. Casi ormai innumerevoli.
I modelli dei nuovi provvedimenti arriveranno alle questure dallo Sca, il servizio centrale anticrimine del dipartimento di Pubblica sicurezza guidato da Franco Gabrielli. Oggi a Roma la Polizia di Stato celebra il 167 anniversario della fondazione alla presenza delle pi alte cariche dello Stato. Gabrielli ha voluto che lo Sca diventasse “la casa delle misure di prevenzione”. Azioni associate di solito alla criminalit organizzata, temute dai mafiosi molto pi del carcere. Ora per in fase di progressiva espansione contro la minaccia della pericolosit sociale non solo di Cosa nostra. Tanto che nell’elenco dei destinatari delle misure patrimoniali e personali, previsto dal codice antimafia aggiornato, gli atti persecutori sono nella stessa lista dei reati di mafia, terrorismo, traffico di droga e di rifiuti.
La proposta di sequestro firmata dal questore, l’autorit provinciale tecnica di pubblica sicurezza, ed applicata dall’autorit giudiziaria. Per gli stalker due sono le misure in ballo: la sorveglianza speciale – prevede una serie di restrizioni alla libera circolazione e il divieto di frequentare ambienti e persone sospette – e il sequestro dei beni. Prima di adottarle, il questore pu emanare l’avviso orale: uno strumento di preallerta, non giudiziario, a dispetto delle apparenze efficace quantomeno verso i soggetti in grado di rendersi conto subito, dopo la convocazione in questura, dei loro comportamenti illeciti, fino a redimersi.
Il daspo contro i mafiosi infiltrati tra gli ultras. Sulla violenza di genere lo Sca – costituito presso la direzione centrale anticrimine ora guidata da Francesco Messina – al lavoro anche nel quadro dell’accordo di collaborazione con il dipartimento Pari opportunit della Presidenza del consiglio. Ma le prospettive di iniziativa sono pi ampie. Lo Sca interagisce con tutte le divisioni anticrimine sul territorio, l’input di Gabrielli di rilanciare con forza la figura del questore. Cos adesso in ballo l’avviso orale aggravato per le gang motorizzate o le cosiddette “paranze”, scenari tipici della camorra e non solo: prevede il divieto di usare mezzi efficaci per la fuga, come le moto, e di coprirsi il volto con vari indumenti per non essere riconosciuti.
C’ poi la grande scommessa del daspo (divieto di partecipare alle manifestazioni sportive) esteso ai mafiosi infiltrati o i soggetti contigui alla criminalit organizzata, presenti nella tifoseria. Soggetti sospettati di devastazione, saccheggio, estorsione e incendio. Le forze dell’ordine impegnate nell’ordine pubblico allo stadio li conoscono fin troppo bene.
© Riproduzione riservata