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Condoni, valgono 7 miliardi le multe ancora da pagare. Ecco in quali regioni

Apr 7, 2019

Il decreto crescita con la sanatoria numero 12 targata M5S-Lega completa il mosaico delle definizioni agevolate ed estende ai quasi 5mila Comuni fuori da Equitalia la possibilit di chiudere gli arretrati locali senza pagare interessi e sanzioni. Pi di Imu e Tasi, a gonfiare i conti in sospeso fra cittadini e Comuni sono le multe che gli italiani si dimenticano di pagare. Si tratta di pochi spiccioli meno di 7 miliardi di euro, 110 euro ad abitante, bambini e anziani compresi. Ma come tutte le medie, il dato nasconde situazioni molto diverse fra loro. E basta spalmare i numeri sul territorio per far risaltare il protagonismo assoluto di Roma. Nei conti della Capitale, alla casella arretrati della voce proventi dall’attivit di controllo e repressione delle irregolarit c’ scritta una cifra-monstre: 2.028.914.264,78 euro. Due miliardi abbondanti, 680 euro per ogni residente. Sei volte sopra la media italiana.

I residui attivi

La nuova sanatoria non far pulizia di questa eredit di entrate mancate, che si alimenta di anno in anno. Per capirlo basta fare due calcoli. I cittadini “pentiti” arrivati allo sportello con la prima rottamazione delle cartelle, avviata dal governo Renzi con un meccanismo riprodotto in modo fedele da Gentiloni nel 2017 e ora dall’Esecutivo Conte, hanno versato 480 milioni di euro fra Imu, Tasi, altri tributi locali e, appunto, multe. Allargando l’orizzonte ai Comuni che affidano le entrate a societ in house o concessionari privati, il conto sale intorno ai 700 milioni. Anche perch con Equitalia la rottamazione automatica, nel senso che scatta insieme alla regola nazionale; negli altri enti sono i consigli comunali a decidere se aprire ai propri cittadini le porte della sanatoria. E spesso non lo fanno. Anche perch gli arretrati, residui attivi nel linguaggio della contabilit, possono fare comodo per tenere in piedi i bilanci anche se la cassa langue.

Per i Comuni sessanta giorni per aderire

La nuova rottamazione, che riguarda i mancati pagamenti 2000-2017, entrer in vigore insieme al decreto crescita atteso marted per l’esame definitivo al consiglio dei ministri. I Comuni avranno 60 giorni di tempo per decidere se aderire o meno. E in quasi 5mila Comuni la valutazione terr conto delle ricadute di consenso per la campagna elettorale delle amministrative di fine maggio. Dopo la delibera, entro 30 giorni dovranno pubblicare sul proprio sito tempi e modi per presentare la richiesta e pagare le rate. In ogni caso, il calendario sar pi stretto di quello nazionale: per le cartelle di Equitalia i pagamenti termineranno nel 2023, mentre nel caso dei Comuni che non si affidano all’agente nazionale della riscossione le partite andranno chiuse entro il mese di settembre 2021.

GLI ARRETRATI NON RISCOSSI DAI COMUNI DIVISI PER REGIONE.

Valori in euro (Nota: * Senza Roma il dato scende a 81,74 euro pro capite Fonte: Ifel)

Mancate riscossioni soprattutto al Sud

La capacit di riscossione delle citt, nei numeri dei consuntivi locali elaborati da Bureau Van DiJk per Il Sole 24 Ore, indica che la questione degli arretrati interessa soprattutto a Sud. A Catania nel 2017 stato incassato il 5,5% delle multe, a Vibo Valentia non si va oltre il 6,1%, a Palermo ci si ferma al 16%, a Napoli al 18,6% e a Roma al 23,8%. Una quota di mancate riscossioni nell’anno fisiologica, perch le multe che arrivano negli ultimi mesi possono essere pagate senza carichi aggiuntivi all’inizio dell’anno dopo. Ma anche le percentuali di incassi nei grandi centri del Nord, da Torino (34,7%) a Milano (45,5%) mostrano che c’ un problema. Alla prima rottamazione, al Nord aveva aderito il 40% dei capoluoghi, mentre al Sud i s erano arrivati al 70 per cento. probabile che la nuova sanatoria riprodurr una geografia simile. Ma certo che in ogni caso anche la rottamazione-ter si lascer dietro una montagna di pagamenti che continueranno a mancare all’appello.

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