Povero Antonello, dopo tanti anni di onorata carriera, di “Quanto sei bella Roma “ e Roma capoccia” cantate a squarciagola, il povero Venditti dovr ora chiedere i danni al presidente Pallotta. Ne ha ben donde: della Magica restano solo le macerie, le barzellette di Totti, le cappelle di Olsen, i buchi e le buche della difesa che, come le strade di Roma, si aprono all’improvviso lasciandoti senza fiato. “Crescita zero”, direbbe Junker, prima dell’aperitivo.
Ora siamo agli stracci. Poco elegantemente, Pallotta ha detto ai suoi giocatori di tirar fuori le palle: e infatti, col Napoli, ne hanno tirate fuori quattro, ma dalla porta di Olsen, dove peraltro le palle si trovano benissimo.
Povero anche Ranieri: dopo l’impresa eccezionale con il Leicester, non ne azzecca pi una. Ci vuole coraggio, e anche una certa testardaggine, per sedersi su certe panchine molto meno tranquille di quelle dei giardinetti.
Inseguito dal solito fantasma di Conte, Ranieri ora dovr anche dire a Dzeko e compagni che sono bravi ragazzi. Altro che bravi: sarebbero da prendere a calci nel sedere. Pi che Antonio Conte, per motivare un ambiente cos deteriorato, ci vorrebbe l’altro Conte, Giuseppe, il premier che sopisce ogni contrasto: Crisi? Quale crisi…? Vedrete sar un anno bellissimo anche la per Roma….
Se Roma piange, Milano non ride. Anche Vecchioni non canta pi “luci a San Siro”. Forse San Siro meglio buttarlo gi e metterci una pietra sopra. Un bel Centro commerciale. Un outlet per calciatori tristi e tatuati. Mentre Gattuso deve ancora riprendersi dalla papera di Gigio Donnarumma e capire come mai non arriva un pallone che sia uno a Piatek, Spalletti deve ancora capire le sue stesse dichiarazioni. L’unica cosa giusta che ha fatto, prima della partita con la Lazio, stata quella di rispedire a casa Icardi, uno che manderebbe ai matti anche Mattarella. Poi l’Inter ha perso, ma questa non certo una novit.
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