Una mostra, due protagonisti. Da una parte la fotografia e i suoi 180 anni di storia attraverso le tecniche che hanno preceduto l’avvento del digitale (dal dagherrotipo alla carta salata passando per l’albumina); dall’altra Roma e la sua storia in anni cruciali che l’hanno vista trasformarsi da capitale dello stato pontificio a quella dello Stato unitario e della Repubblica con, nel mezzo, il ventennio fascista. Tutto in 320 immagini che compongono la mostra (ospitata a Palazzo Braschi fino 22 settembre) “Roma nella camera oscura”, piccola parte dell’immenso archivio fotografico del museo (trentamila positivi e cinquantamila negativi).
Pionieri, celebrit e fotografi senza nome
La carrellata di immagini della citt fa convivere i pionieri della fotografia come Robert MacPherson, arrivato a Roma nel 1840 da pittore di vedute e convertitosi alla nuova tecnica che gli permetteva la riproduzione di rovine e paesaggi, con autori rimasti senza nome (“non identificabili”) ma che hanno contribuito a lasciare testimonianza di un’umanit altrimenti sommersa dal tempo (come “Ritratto di coppia di coniugi in uno studio fotografico”, 1860). Accanto alla Roma contemporanea (ma gi sbiadita) degli anni ’80 e ’90 riflessa negli obiettivi di grandi nomi come Gianni Berengo Gardin e Gabriele Basilico, c’ quella ripresa da un “artigiano” della fotografia come Nello Ciampi, redattore di “Capitolium” (fondato nel 1925 e, dopo la caduta del fascismo, diventata rivista ufficiale del Campidoglio) e autore tra gli anni ’30 e gli anni ’60 di una costante documentazione della vita della citt con una tecnica che prevedeva l’uso di filtri con effetto velato (un esempio “Coppia in via dei Fori imperiali”, 1958).
I volti della citt
Su tutto si staglia l’Urbe: ritratta con le sue rovine attrazione per il “Gran tour”, fotografata nei simboli della cristianit (ma c’ anche uno scatto del “cimitero acattolico”, quello delle Ceneri di Gramsci di Pasolini), attraversata dal Tevere, bagnata dalle fontane, ripensata e stravolta per diventare nuova capitale d’Italia (notevole la foto “Porta Pia con i segni dei bombardamenti” scattata proprio nel 1870) e pi tardi palcoscenico del regime fascista (si vedano le foto degli sventramenti e quelle che ritraggono l’Eur), abitata da persone comuni e visitata da celebrit e artisti. Come lo scultore concettuale tedesco Joseph Beuys, ripreso dal fotografo-documentarista Mario Carbone nel corso di una performance nel 1981. Proprio a Palazzo Braschi.
La mostra
Roma nella camera oscura. Fotografie della citt dall’Ottocento a oggi.
Roma, Museo di Roma – Palazzo Braschi (Piazza Navona, 2; Piazza San Pantaleo, 10). Fino al 22 settembre 2019. Dal marted alla domenica ore 10-19 (la biglietteria chiude alle ore 18). Giorni di chiusura: luned (ad eccezione di luned 22 aprile 2019, Pasquetta). Biglietto intero “solo mostra” 7 euro. Enti promotori: Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Organizzazione: Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e Ztema Progetto Cultura. A cura di Simonetta Tozzi e Flavia Pesci. http://www.museodiroma.it/
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