Il luogo scelto per l’esecuzione fu una cava di tufo dismessa sulla via Ardeatina, a un passo dalle catacombe cristiane. La cava fu ritenuta idonea per poter eseguire la rappresaglia in segreto ed essere utilizzata come fossa comune dove occultare i cadaveri.
Il numero dei prigionieri che erano già stati condannati a morte, però, non era sufficiente. Per questa ragione, i nazisti aggiunsero alla lista altri detenuti, molti dei quali arrestati per motivi politici, altri sospettati di aver preso parte ad azioni della Resistenza, 57 cittadini ebrei, molti dei quali erano detenuti nel carcere romano di Regina Coeli, ed alla fine anche alcuni civili fermati per caso nelle vie di Roma.
Il giorno seguente, agli ordini dei capitani delle SS Erich Priebke e Karl Hass, i camion caricarono tutti gli arrestati, 335 e tutti uomini, e li portarono alle cave dove fu compiuto il massacro.