Nuova Zelanda, i fucili dellʼIsis invadono i social: “Arriva la vendetta”
Lo Stato islamico ha promesso di vendicare la strage delle moschee: secondo quanto riporta il Site, i jihadisti stanno esortando i militanti a nuovi attacchi nelle chiese in risposta alla strage di fedeli musulmani avvenuta nelle moschee di Al Noor e al Centro Islamico di Linwood. E l’allerta in Nuova Zelanda non cessa: la polizia ha chiuso l’aeroporto di Dunedin dopo la segnalazione di un dispositivo sospetto.
Le critiche a Facebook e ai social – E due giorni dopo la strage compiuta da Brenton Tarrant, l’estremista australiano di 28 anni che venerdì ha aperto il fuoco riprendendo il massacro e postandolo su Facebook, sul banco degli imputati ci finiscono i social network. Proprio il colosso della Silicon Valley ha dovuto intervenire per rimuovere 1,5 milioni di video dell’attacco a livello globale, “di cui oltre 1,2 milioni sono stati bloccati mentre erano in caricamento”, come ha spiegato Mia Garlic, rappresentante di Facebook in Nuova Zelanda. La premier neozelandese Jacinda Ardern, però, si aspetta risposte e spiegazioni dai social network per la diffusione in diretta delle immagini: nel video si vedono infatti le vittime colpite a distanza ravvicinata mentre cercano di fuggire. “Abbiamo fatto tutto il possibile per rimuovere o ottenere la rimozione di alcune delle immagini che sono circolate all’indomani di questo attacco terroristico – spiega Ardern – Ma alla fine, spetta a queste piattaforme facilitare queste rimozioni. Penso che ci siano ancora domande che richiedono risposte”.
Il killer riceve minacce di morte – Alcune gang criminali di Christchurch hanno minacciato Brenton Tarrant. “Anche noi abbiamo degli amici dentro”, ha dichiarato un uomo citato dal New Zealand Herald. Tarrant è considerato in pericolo in prigione. “Quello che ha fatto è sbagliato da ogni punto di vista”, hanno spiegato i membri di una gang locale che hanno portato i fiori davanti alla Hagley High School per esprimere vicinanza alle famiglie colpite dalla tragedia.
Sale il bilancio delle vittime – Le vittime sono salite a 50 dopo la morte di uno dei feriti più gravi: l’identità dei fedeli uccisi non è ancora stata formalmente resa nota ma è stata redatta una lista, non definitiva, grazie all’aiuto delle famiglie. Nel documento, sono presenti 44 uomini e 4 donne: due persone ancora non sono state riconosciute. Hanno tutte tra i 3 e i 77 anni.