Mercedes ha espresso ufficialmente la propria posizione in merito alla sacrificabilità dei pedoni coinvolti in un incidente con una propria auto a guida autonoma, smentendo di fatto le affermazioni del proprio dipendente.
La scorsa settimana infatti avevano fatto scalpore le affermazioni di Christoph von Hugo, manager della divisione sistemi di assistenza alla guida e sicurezza attiva di Mercedes. Von Hugo, sostanzialmente, aveva spiegato che ovviamente il 99% del loro lavoro è incentrato sullo sviluppo di soluzioni in grado di prevenire gli incidenti, evitando di esporre pedoni e passeggeri al rischio di un incidente mortale.
Tuttavia, se proprio l’incidente dovesse essere inevitabile, pragmaticamente sarebbe meglio puntare a salvare chi si è sicuri di poter salvare più facilmente, ovvero gli occupanti del veicolo.
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La casa di Stoccarda invece ha affermato che una scelta attiva di questo tipo da parte di un’automobile a guida autonoma sarebbe inaccettabile e probabilmente anche illegale e che invece i suoi prodotti punteranno a eliminare virtualmente il rischio di incidenti mortali, attraverso lo sviluppo di comportamenti prudenti a bassissimo coefficiente di rischio.
Come faceva notare però il collega Valerio Porcu nell’articolo precedente, ci sarà un periodo di tempo piuttosto lungo in cui le auto a guida autonoma circoleranno assieme a quelle guidate dagli esseri umani, e molto probabilmente non potranno evitare un incidente mortale, a causa della maggior imprevedibilità che questa situazione comporterà. Cosa succederà in questo caso?
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Mercedes ha evitato cautamente di dare una risposta diretta e definitiva a questo delicatissimo problema, ma ha comunque detto una cosa sensata: un tema così complesso dal punto di vista legale, tecnologico ed etico, richiederà l’avvio di un più ampio dibattito pubblico.
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Al momento in effetti tutti i produttori, o quasi, sono molto impegnati a sviluppare le proprie soluzioni per la guida autonoma, ma in pochi si stanno preoccupando di questo aspetto. Peggio ancora fanno i legislatori, che si stanno preoccupando magari della confusione regnante sul concetto di guida assistita piuttosto che autonoma, ma non hanno ancora avviato alcuna riflessione sull’argomento.