ROMA – IL LANDER Schiaparelli della missione ExoMars è caduto sul suolo di Marte. I suoi retrorazzi hanno funzionato soltanto per tre secondi, dopodiché il computer di bordo li ha spenti. Lo ha detto Paolo Ferri, direttore delle operazioni di volo delle missioni dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa).
“I dati che abbiamo – ha detto ancora Ferri – dicono che la sequenza di atterraggio ha funzionato fino al distacco dello schermo posteriore del paracadute. l’accensione dei retrorazzi ha funzionato solo per tre secondi, poi il computer di bordo ha deciso di spegnerli”. A quel punto Schiaparelli si è ritrovato con i razzi spenti e “supponiamo che il lander sia semplicemente caduto”.
Battiston, “Missione riuscita per i dati”. “Per la quantità e qualità di dati che Stiamo ricevendo da Exomars è una missione riuscita. L’Europa ha un suo satellite nell’orbita di Marte”. Lo afferma il presidente dell’Agenzia spaziale italiana Roberto Battiston. “Il Trace gas orbiter è perfettamente in orbita e operativo, e quindi in grado di monitorare e trasmetterci i dati sulla composizione dell’atmosfera marziana; il lander Schiaparelli, che era un test, a quanto sembra ha eseguito tutte le manovre previste fino a pochi secondi dal contatto con il suolo, come l’apertura del paracadute, lo sganciamento dello scudo termico e l’accensione dei razzi di frenata – prosegue Battiston. Ci mancano i dati sugli ultimi secondi sui quali i tecnici stanno lavorando. Complessivamente siamo incoraggiati a proseguire il lavoro per exomars 2020, uno degli argomenti fondamentali della ministeriale”.
La ricostruzione dell’Esa. Ma per l’Esa e Thales alenia space, l’azienda che ha costruito le sonde, tuttavia, è tutto ancora da verificare. L’Ente spaziale europeo resta cauto sulla sorte del modulo che, dopo essersi sganciato dalla sonda euro-russa Exomars, sarebbe dovuto “ammartare” nella serata del 19 ottobre 2016. Il segnale con Schiaparelli è stato perso un minuto prima del contatto con il suolo.
È Stato confermato – fa sapere l’Esa – che i propulsori sono stati attivati brevemente, tuttavia sembra probabile che si siano spenti prima del previsto, ad un’altitudine che deve ancora essere determinata.
I dati sono stati parzialmente analizzati e confermano che le fasi di entrata e discesa si sono svolte come previsto, con alcuni eventi divergenti da quanto previsto dopo l’espulsione dello schermo termico posteriore e del paracadute. L’espulsione stessa sembra essere avvenuta prima del previsto, ma l’analisi non è ancora completa.
I dati essenziali che Schiaparelli ha inviato alla sonda madre Tgo durante la discesa sono stati scaricati e attualmente gli esperti li stanno analizzando. Le prime indicazioni dai segnali catturati dal Giant metrewave radio telescope (Gmrt), uno schieramento sperimentale di telescopi situato a Pune, in India, e dall’orbita, da Mars express dell’Esa, suggeriscono che il modulo abbia completato con successo la maggior parte delle fasi previste nella sua discesa di 6 minuti attraverso l’atmosfera marziana. Queste includevano, per esempio, la decelerazione attraverso l’atmosfera e l’apertura del paracadute e dello scudo termico.
Ma i segnali registrati dalla stazione di Pune e da Mars express si sono arrestati subito prima che il modulo toccasse la superficie come previsto. Discrepanze tra i due set di dati sono all’analisi degli esperi al Centro operazioni spaziali dell’Esa a Darmstadt, in Germania.
La telemetria dettagliata registrata dal trace gas orbiter era necessaria per meglio comprendere la situazione. Allo stesso tempo in cui Schiaparelli affrontava la discesa, il modulo orbitante effettuava una manovra cruciale di inserimento in orbita – ‘Mars orbit insertion’ – completata con successo.
“Per quanto la speranza sia sempre l’ultima a morire, c’è una speranza limitata di poter risentire il lander Schiaparelli”, dice da Parigi il portavoce dell’Esa, Franco Bonacina. Riguardo la possibilità che il lander Schiaparelli possa essersi schiantato su Marte, Bonacina aggiunge: “Difficile dire al momento che sia stato uno ‘schianto’, gli scienziati della missione stanno studiando una mole enorme di dati e le analisi sono in corso”.
“Il team dello strumento Amelia” che si trova a bordo del lander Schiaparelli “crede che la maggioranza dei loro dati sia stata raccolta”, scrive in un tweet su Esa Operation Dan McCoy, project manager della missione ExoMars.
Amelia (Atmospheric Mars Entry and Landing Investigation and Analysis), è un importante strumento a bordo del lander che avrebbe dovuto testare le tecnologie di entrata nell’atmosfera, di discesa del lander e dell’atterraggio di Schiaparelli su Marte. Principal Investigator dello strumento Amelia è la scienziata Francesca Ferri dell’università di Padova.
“Per la quantità e qualità di dati che stiamo ricevendo Exomars è una missione riuscita. L’Europa ha un suo satellite nell’orbita di Marte”, afferma il presidente dell’Agenzia spaziale italiana Roberto Battiston. “Il Trace gas orbiter è perfettamente in orbita e operativo, e quindi in grado di monitorare e trasmetterci i dati sulla composizione dell’atmosfera marziana; il lander Schiaparelli, che era un test, a quanto sembra ha eseguito tutte le manovre previste fino a pochi secondi dal contatto con il suolo, come l’apertura del paracadute, lo sganciamento dello scudo termico e l’accensione dei razzi di frenata – prosegue Battiston – Ci mancano i dati sugli ultimi secondi sui quali i tecnici stanno lavorando. Complessivamente siamo incoraggiati a proseguire il lavoro per Exomars 2020, uno degli argomenti fondamentali della ministeriale”.
Il lander “è entrato nell’atmosfera marziana. Il suo scudo termico ha funzionato propriamente. Ha aperto il paracadute all’altitudine corretta. Poi, i dati indicano un comportamento non esattamente come ci aspettavamo. Ma tutto l’hardware del lander si è comportato correttamente”, aveva detto Andrea Accomazzo, capo delle operazioni planetarie dell’Esa, rispondendo alle domande sul ”debutto” del lander Schiaparelli, lanciato ieri su Marte. Sei minuti che hanno tenuto l’Europa con il fiato sospeso, operazioni seguite da una notte ”silenziosa”, che i tecnici di Darmstadt hanno monitorato analizzando i dati a disposizione.
“Dal punto di vista ingegneristico questi dati sono esattamente ciò che volevamo”, aveva aggiunto Accomazzo riferendosi a quanto trasmesso dalla sonda fino a 50 secondi prima dell’impatto sul suolo marziano. Qualcosa di anomalo è accaduto, avevano detto gli scienziati, dopo il rilascio del paracadute supersonico e durante la discesa della sonda di cui si erano perse le tracce circa un minuto prima del touchdown. Un giallo che l’Agenzia ora ha parzialmente risolto studiando i dati a disposizione: i 600 megabyte raccolti dalla sonda Tgo.
“Non è stato un problema di comunicazioni”, aveva chiarito l’Esa il giorno dopo, attraverso le parole di Paolo Ferri, responsabile delle operazioni di volo delle missioni dell’Agenzia Spaziale Europea, che ha spiegato come in nessuno degli ulteriori passaggi avvenuti nella notte la sonda Mro (Mars Reconnaissance Orbiter) della Nasa ha potuto intercettare alcun segnale del lander della missione ExoMars.
I dettagli sulla prima notte del lander sono stati illustrati durante la conferenza stampa Esa. “Non sappiamo se il lander è integro”, aveva spiegato Jan Worner, direttore generale dell’Agenzia spaziale europea, rispondendo alle numerose domande dei giornalisti presenti all’Esoc.
In ogni caso, aveva insistito il numero uno dell’Esa, la missione ExoMars 2016 è da considerarsi un successo anche perché la sonda madre, Tgo (Trace Gas Orbiter) è entrata regolarmente nell’orbita marziana, funziona in maniera nominale e quindi continuerà a raccogliere dati utili per preparare la missione del 2020 in cui è previsto l’atterraggio su Marte di un rover con una trivella, di fabbricazione italiana, che perforerà il terreno marziano fino a 2 metri di profondità alla ricerca di tracce di vita presente o passata.