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Tav, Conte: “Sui bandi il governo è in stallo”. Di Maio ai gruppi: “Non sono disposto a mettere in discussione il no” – Il Fatto Quotidiano

Mar 7, 2019

La decisione sui nuovi bandi dell’Alta Velocità Torino-Lione va presa entro lunedì: in gioco, ha ricordato la Commissione Ue, ci sono 800 milioni di euro che in caso di mancato avvio delle gare l’Italia potrebbe perdere. Ma l’ultima parola del governo gialloverde tarda ad arrivare e il tempo è agli sgoccioli. Con la Lega che pressa perché l’alleato M5s dica la parola definitiva e la Francia che spinge perché l’Italia pronunci il fatidico sì, l’esecutivo resta diviso sul proseguimento dei lavori e la trattativa tra le due anime del governo gialloverde sembra destinata ad andare avanti a oltranza. Una indicazione di massima è arrivata nel pomeriggio dal premier Giuseppe Conte, che ha per la prima volta si è sbilanciato esprimendo i propri dubbi sull’opera, ha annunciato che l’Italia proverà a ridiscutere la questione dei finanziamenti “con la Francia e l’Ue” e ha ammesso: “Sui bandi il governo è in stallo“.

A tre giorni dalla dead line di lunedì la decisione definitiva appare ancora lontana. Sulla sponda pentastellata la questione viene affrontata durante l’assemblea dei gruppi di senatori e deputati M5S in corso alla presenza di Luigi Di Maio. In vista del vertice il vicepremier e capo politico del Movimento aveva inviato una lettera ai parlamentari in cui conferma il no all’opera e spiega: “Per fermare il Tav ci sono due passaggi. Il primo è quello del blocco dei bandi e ciò può avvenire o tramite una delibera del Cdm o tramite un atto bilaterale Italia – Francia che intervenga direttamente sul CdA di Telt. Il secondo è quello del passaggio parlamentare per il no definitivo all’opera. Su tutti e due questi passaggi non c’è un accordo tra le due forze di governo”. E di fonte ai parlamentari pentastellati il capo politico del Movimento ha ribadito: “Non sono disposto a mettere in discussione il ‘No’”. Parola cui l’assemblea avrebbe risposto con un lungo applauso.

A una mossa del genere la Lega è pronta ad opporsi, votando in Consiglio contro lo stop ai bandi. La prima replica arriva in una nota congiunta firmata dai governatori leghisti di Lombardia e Veneto Attilio Fontana e Luca Zaia: “Tav e infrastrutture veloci, sicure e moderne servono non solo alle imprese, ma a tutta Italia. Giusto approfondire i costi reali e chiedere di più a Francia ed Europa, ma impensabile bloccare i bandi”.

Una indicazione sulla decisione che il governo prenderà in vista della scadenza di lunedì era attesa dalla conferenza stampa convocata da Giuseppe Conte. Ma non è arrivata: “Stiamo dando attuazione al contratto di governo – ha detto il premier ai giornalisti a Palazzo Chigi – ci siamo impegnati in un’opera e una discussione prima tecnica e ovviamente politica di ridiscussione integrale dell’opera”. “Che piaccia o meno il professor Ponti ha fatto la sua analisi onorevolmente e in modo molto plausibile”, ha detto il capo del governo in riferimento all’analisi costi-benefici chiesta dal M5s e al vertice notturno tenuto nella nottata di ieri a Palazzo Chigi, sottolineando che “il punto di riferimento sono gli esperti nominati dal ministro Toninelli presso il Mit”. “Io stesso ho espresso forti forti dubbi e perplessità sulla convenienza della Tav e lo ribadisco – ha proseguito Conte, sbilanciandosi per la prima volta sulla questione – Non sono affatto convinto che questo sia un progetto infrastrutturale di cui l’Italia ha bisogno”. Per questo “l’unica strada, alla luce dei forti dubbi emersi, è procedere ad un’interlocuzione con i partner di questo progetto, Francia e Ue, per condividere questi dubbi e le perplessità”.

Il dubbio principale, secondo il premier – che oggi ha incontrato a Palazzo Chigi Mario Virano, direttore generale di Telt, la società italo-francese incaricata di realizzare e poi gestire l’opera – è di carattere economico: “C’è un interrogativo che è emerso: cioè il criterio di finanziamento. Quest’opera è finanziata in buona parte dall’Italia, in misura più modesta dalla Francia e poi dalla Ue. Il fatto che ci sia iniqua ripartizione oneri è stata giustificata dal fatto che la nostra tratta è più contenuta. Ma al momento non risultano opere nazionali francesi. E’ chiaro che allo stato il criterio di ripartizione finanziamenti non appare equo“. Poi, rispondendo alla domanda di una giornalista circa la scadenza di lunedì per l’avvio dei bandi, Conte arriva al dunque e ammette: “Abbiamo forze politiche con sensibilità politiche differente” e “siamo in stallo anche sui bandi”. Tuttavia, assicura il premier, l’esecutivo non rischia: “Escludo assolutamente che possa nascere da questo confronto schietto, serrato, una crisi di governo. Sarebbe assurdo“.

Il Consiglio dei ministri inizialmente programmato per le 19,30 è slittato alle 20,30. Nel pomeriggio l’agenzia Ansa, citando “diverse fonti”, riportava che il M5s vorrebbe mettere sul tavolo un decreto del Presidente del Consiglio per fermare i bandi. In conferenza stampa, invece, Conte ha annunciato che nella riunione – che non contempla la Tav tra gli argomenti all’ordine del giorno – la questione non verrà affrontata. Lo slittamento del cdm testimonia che la trattativa va avanti.

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