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La nuova Rai avrà tre teste. Oltre a Foa e Salini, ci sarà un direttore generale

Mar 3, 2019

ROMA – La Rai avrà – accanto all’amministratore delegato Fabrizio Salini – anche un direttore generale. La figura del direttore generale, che era uscita dalla porta con la legge di riforma voluta dal governo Renzi nel 2015, rientrerà ora dalla finestra. A reintrodurre la figura del direttore generale è il Piano industriale che l’ad Salini presenterà in Consiglio di amministrazione il 6 marzo. Piano scritto con l’aiuto della Boston Consulting Group.

La notizia dell’arrivo di un direttore generale circola da alcune ore in Rai. L’azienda, per sua storia e natura, si interroga ogni giorno sul peso specifico dei suoi massimi dirigenti, a partire dal presidente Massimo Foa (che presidia con forza l’area dell’informazione) fino all’amministratore delegato Salini.

Ora, tutte le imprese grandi quanto la Rai hanno un ad e un direttore generale. Spesso, però, l’ad conserva per sé anche le funzioni e i poteri del direttore generale (come fa, ad esempio, Francesco Starace all’Enel). Salini sembra intenzionato a non cumulare le due potrone. Dunque l’interrogativo è se la nomina di un direttore generale finirà con l’indebolire lo stesso Salini.

Il Piano di riforma assegna all’amministratore delegato (Salini, appunto) il ruolo di dettare la strategia industriale della televisione di Stato. Salini – che si definisce “un uomo di prodotto” – avrà sotto di sé inoltre quello che attiene ai contenuti editoriali della Rai. Dunque le reti televisive, i telegiornali, infine le 9 nuove Direzioni dedicate a intrattenimento, fiction, serie tv, documentari, format innovativi, ragazzi, contenuti giornalistici di approfondimento.

Salini conserverà anche il controllo delle funzioni chiave per il buon andamento del bilancio. Più in concreto continuerà a nominare figure come il direttore finanziario (Cfo) che riferiranno a lui direttamente.

Fin qui le prerogative dell’amministratore delegato. A sua volta il direttore generale avrà poteri forti e un’influenza sostanziale sulle vicende aziendali. Lontano dagli occhi di tutti, governerà la macchina amministrativa, la tecnostruttura, facendo carico del più classico dei lavori “di macchina”. Oscuri, ma di sostanza.

A scegliere il direttore generale sarà Salini (sentito l’azionista, il ministero dell’Economia). Ma sarà forte la tentazione dei partiti di governo di mettere bocca anche in questa nomina.

LA CLAUSOLA CHE AIUTA FABIO FAZIO (Antenne)

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