TARANTO – “Si è dovuto intervenire a livello legislativo per regalare immunità penale e amministrativa, ma per portare a termine le prescrizioni previste dal Piano ambientale si dovrebbero fermare gli impianti, così da non aver bisogno dell’enorme paracadute a voi fornito dai nostri governanti, vecchi e nuovi. Questa è la vera sfida”.
Lo scrive l’associazione dei ‘Genitori tarantini’ in una lettera all’amministratore delegato di ArcelorMittal Italia Matthieu Jehl, dopo che l’azienda ha diffuso una nota in cui conferma il pieno rispetto delle prescrizioni Aia per lo stabilimento siderurgico (ex Ilva) di Taranto. Il comunicato è arrivato poche ore dopo la fiaccolata che il 25 febbraio ha portato migliaia di persone a manifestare per i bambini morti di tumore.
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“Per intervenire in una ‘acciaieria in funzione’, la Costituzione italiana – aggiunge l’associazione di Genitori – è stata calpestata, offesa, colpita nel senso di giustizia che si respira in ogni suo articolo, con l’unico scopo di garantire quella continuità produttiva altamente inquinante che a Genova fu additata come dannosa per la salute delle persone e l’ambiente e a Taranto, di contro, sembra non sortire effetti, secondo alcuni”.
I Genitori Tarantini, rivolgendosi ai vertici di ArcelorMittal Italia, fanno presente di non aver “mai pensato, neppure per un secondo, che voi siate dei maghi. Più semplicemente, voi siete uomini di affari e come tali vi comportate”.“E allora – prosegue l’associazione – vai con l’inutile copertura dei parchi di minerale (‘unica in Europa’, chissà perché) che modificherà in peggio la skyline della nostra città, incuranti delle bonifiche delle falde di superficie e di profondità”. “Non vedremo probabilmente più il cielo rosso nelle giornate di maestrale – concludono – non potremo più fotografarlo, ma il Mar Piccolo e il Mar Grande continueranno ad essere inquinati perché ‘business is business'”.