MILANO – Ore 9:30. Alcune buone indicazioni dall’economia cinese hanno allentato le preoccupazioni circa il rallentamento economico globale, permettendo ai listini asiatici di chiudere in positivo e orientando all’ottimismo anche quelli occidentali. Lo yen, bene rifugio per eccellenza insieme all’oro, ha ritracciato dai livelli raggiunti nelle ultime settimane, portandosi indietro a quelli di dicembre: segnale di distensione.
Come ricorda Bloomberg, le azioni globali raggruppate nell’indice Msci hanno messo insieme un balzo del 16 per cento da Natale in poi, prima di un rallentamento che è coinciso con l’attesa per le negoziazioni sul commercio tra Usa e Cina. Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping potrebbero arrivare a un accordo nel giro di alcune settimane, secondo alcune fonti dell’agenzia Usa: si starebbe preparando un incontro per la metà di marzo, nonstante a Washington ci sia chi vorrebbe calcare ancora la mano con Pechino per spuntare maggiori condizioni.
La Borsa di Milano parte in rialzo con il Ftse Mib a +0,7%. Bene Moncler all’indomani dei conti, sempre sotto i riflettori Tim con la Cdp che è salita al 7,1%. Nel resto d’Europa i listini si muovono sulla falsariga di Piazza Affari: Londra aggiunge lo 0,5%, Francoforte lo 0,7% e Parigi lo 0,6%.
Questa mattina l’indice Nikkei 225 della Borsa di Tokyo ha chiuso la sessione in rialzo dell’1,02% a 21.602,59 punti. Ieri sera, Wall Street ha chiuso in calo con il Dow Jones in perdita dello 0,27% e gli altri indici in linea. Febbraio si è dunque chiuso con i tre indici in recupero di almeno il 3 per cento: secondo mese positivo dopo che dicembre era stato il peggiore dal 1931.
Ricchissima l’agenda macroeconomica. In Italia si guarda ai dati sul Pil e sull’occupazione da parte dell’Istat. Si segnalano, a livello di Eurozona, le rilevazioni Pmi sul settore manifatturiero, l’inflazione e i dati sul lavoro. Negli Usa si aspettano invece le vendite al dettaglio, redditi e spese per consumi, fiducia delle famiglie e Ism manifatturiero. Come accennato, questa mattina l’attività Manifatturiera cinese ha mostrato una ripresa il mese scorso, tornando al livello più alto in tre mesi. L’indice Pmi elaborato da Caixin si è attestato infatti a 49,9 punti a febbraio dopo i 48,3 punti di gennaio. Malgrado il recupero l’indice è comunque rimasto al di sotto dei 50 punti, soglia che indica una contrazione delle attività. In Giappone, invece, il tasso di disoccupazione è salito a gennaio al 2,5 per cento.
Sul fronte valutario, l’euro apre stabile: passa di mano a 1,1362 dollari e avanza a 127,07 yen. Sale il dollaro/yen a 111,83. Cresce la propensione al rischio sui mercati dopo i dati di ieri del Pil Usa. L’economia a Stelle e Strisce avanza del 2,9% nel 2018, il top da 13 anni, nonostante il rallentamento trimestrale. Si contrae ancora lo spread tra Btp e Bund tedeschi, che apre a 253 punti base con il rendimento del decennale italiano al 2,73%.
I prezzi del petrolio sono in rialzo. Sui mercati asiatici i future si Light crude Wti avanzano di 50 cent a 57,590 dollari e quelli sul Brent crescono di 28 cent a 66,59 dollari.