MILANO – Seduta contrastata per le Borse europee che oscillano poco sotto la parità condizionate da una serie di fattori che vanno dalla stabilizzazione dell’economia cinese al sempre più probabile un rialzo dei tassi da parte della Fed a dicembre, anche se visti gli ultimi dati ci si aspetta un approccio molto graduale per le successive mosse. Questa sera sarà diffuso il Beige Book della Fed, da cui ci si attende un quadro di un’economia in moderata espansione. Domani, invece, appuntamento con la Bce. Gli addetti ai lavori si interrogano sulle prossime mosse di Mario Draghi: l’attuale scarsità di bond sul mercato potrebbe indurre l’Eurotower a modificare i parametri del piano di acquisti, anche se difficilmente qualcosa si muoverà prima di dicembre.
Milano cede lo 0,2% con il Ftse Mib che per il momento non riaggancia quota 17mila punti. Perde lo 0,3% Francoforte, mentre Parigi arretre dello 0,1% e Londra è ferma sulla parità. Ancora sugli scudi a Piazza Affari Mps dopo il balzo di oltre 12 punti della vigilia, all’indomani del cda che ha esaminato la proposta di passera e il piano industriale. L’euro è stabile sotto 1,10 dollari: la moneta europea passa di mano a 1,0977 dollari. Lo spread tra i Btp decennali e i corrispettivi bund tedeschi è a 141,6 punti base. Il rendimento dei titoli di stato italiani è all’1,45%.
Tornando alla Cina, tra gennaio e settembre la crescita s’è attestata al 6,7% all’interno del target fissato dal governo per l’intero 2016 (6,5%-7%). In generale, i fattori primari sono stati le compravendite immobiliari e i maggiori investimenti pubblici a trainare la crescita, bilanciando la frenata dell’export (a settembre -10% annuo, nei valori espressi in dollari). Gli investimenti sono saliti del 9% a settembre, con le entità statali a +21,1% nei primi 9 mesi del 2016 e il settore privato s’è fermato a +2,5%. La seconda economia mondiale sembra essere sufficientemente stabile, anche se alcuni recenti indicatori hanno fornito dati contrastanti, a partire proprio dall’export. Delude, invece, la produzione industriale.
In mattinata, la Borsa di Tokyo ha chiuso gli scambi in rialzo dopo le ultime indicazioni dalla Cina, con la crescita del Pil nel terzo trimestre pari al 6,7%: l’indice Nikkei segna un aumento dello 0,21% a quota 16.998.91, equivalente a un guadagno di 35 punti. La valuta nipponica si assesta intorno a quota 104 sul dollaro dopo i dati dagli Stati Uniti sull’inflazione, in aumento dello 0,3%, che alcuni investitori interpretano come un segnale precursore a un possibile rialzo dei tassi di interesse in America entro la fine dell’anno.
Ieri sera la seduta di ieri a Wall Street è finita in rialzo grazie a una serie di trimestrali oltre le stime e di un dato misto sull’inflazione. Goldman Sachs ha brindato a conti superiori alle previsioni degli analisti grazie all’andamento delle attività di trading, cosa che oggi dovrebbe premiare anche il bilancio di Morgan Stanley. Ma è Netflix (+19%) ad essere stato protagonista di un poderoso rally, il migliore dal 2013, grazie a una crescita degli utenti decisamente migliore delle attese. Il Dow Jones ha aggiunto lo 0,4%, a quota 18.161,94; l’S&P 500 è salito dello 0,6%, a quota 2.139,60. Il Nasdaq ha guadagnato lo 0,85%, a quota 5.243,84.
Sul fronte delle materie prime, il prezzo del petrolio è in rialzo, in attesa dei dati sulle scorte settimanali Usa e dopo che l’Opec si è detto ottimista sul negoziato per limitare la produzione. Sui mercati asiatici i future sul Light crude avanzano di 55 cent a 50,84 dollari e quelli sul Brent crescono di 54 cent a 52,22 dollari. Il prezzo dell’oro sale sui mercati internazionali: le quotazioni del metallo prezioso salgono dello 0,2% a 1.264,87 dollari l’oncia.