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‘Arcelor Mittal produce e inquina di più dell’Ilva commissariata’: l’ira di Taranto: “Di Maio promise il contrario”

Feb 27, 2019

Aumenta la produzione, schizzano i valori delle emissioni inquinanti all’interno dello stabilimento ex Ilva di Taranto. A denunciarlo è l’associazione Peacelink, che riporta i dati registrati dalle centraline di monitoraggio dell’Arpa (Agenzia regionale per prevenzione e protezione dell’ambiente) Puglia a ridosso delle cokerie dell’acciaieria Arcelor Mittal. Valori rilevati tra gennaio e febbraio di quest’anno che, confrontati col medesimo periodo del 2018, rivelano picchi di sostanze pericolose come Ipa (più 191 percento), benzene (più 160 per cento), idrogeno solforato (più 111 per cento), pm10 (più 29 per cento Env e più 18 per cento Swam) e pm 2,5 (più 23 per cento).

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Valori che andrebbero ponderati e calmierati prendendo in considerazione le condizioni meteorologiche dell’ultimo mese, condizionate da venti, freddo e bassa pressione con caratteristiche in grado di incidere sui rilevamenti, ma comunque indice di quanto già denunciato in passato. Gli stessi responsabili Arpa, a partire dall’ex direttore Giorgio Assennato, in passato avevano messo in guardia sulle possibili conseguenze di un aumento della produzione del siderurgico, che negli ultimi due anni ha toccato i minimi storici dall’acquisizione dei Riva a oggi.

La produzione nel 2017 era scesa sotto 5 milioni di tonnellate, aggirandosi attorno a 4,8 milioni. Di conseguenza erano scesi pressoché tutti i valori delle emissioni inquinanti. Ma nell’ultimo trimestre del 2018, da quando si ha avuta la certezza del passaggio dello stabilimento dall’amministrazione straordinaria alla gestione del gruppo franco indiano Arcelor Mitta, si è invertita la tendenza.

La produzione ha ripreso a marciare a ritmi più sostenuti per avvicinarsi all’obiettivo delle 6 milioni di tonnellate sancite dall’accordo siglato a settembre al ministero dello Sviluppo economico. Da novembre, infatti, la produzione di tubi e lamiere si aggira attorno alle 14 mila 500 tonnellate giornaliere contro le 12 mila 500 stimate durante la gestione dell’amministrazione straordinaria.

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“Il ministro Di Maio aveva detto: ‘Abbiamo installato tecnologie a Taranto che riducono del 20% le emissioni nocive’- scrive Peacelink nella presentazione del report dei dati – . Ed ecco invece cosa sta avvenendo a Taranto”. Dati diffusi alla vigilia della fiaccolata organizzata dall’associazione Genitori tarantini, che attraverserà questa sera, lunedì 25 febbraio, le strade della città in ricordo delle giovani vittime di cancro. Una marcia silenziosa a un mese dalla morte del 15enne Giorgio Di Ponzio, ucciso da un sarcoma.

Proprio i genitori del ragazzo avevano lanciato un appello ad Arcelor Mittal e alle altre aziende inquinanti della città affinché fermino simbolicamente gli impianti durante la fiaccolata, per rispetto di chi ha perso la vita, mentre il sindaco ha indetto un giorno di lutto cittadino simbolico.

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