Milano, 23 febbraio 2019 – L’ex presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni ha chiesto di poter partecipare alle Messa in programma per domenica mattina nel carcere di Bollate. Formigoni si trova in cella – nello stesso settore in cui sono rinchiusi anche Alberto Stasi e Alex Boettcher – da venerdì 22 febbraio dopo che la Cassazione lo ha condannato in via definitiva a 5 anni e 10 mesi per corruzione.
Il legale di Formigoni, come è noto, ha immediatamente fatto istanza per i domiciliari. “Il presidente Formigoni sta soffrendo serenamente dopo la sentenza della Cassazione – dice l’avvocato Luigi Stortoni, che difende Formigoni insieme all’avvocato Mauro Brusa e al professor Franco Coppi – che ha sancito una grande ingiustizia” condannandolo a 5 anni e 10 mesi per corruzione in relazione ai fondi neri della Fondazione Maugeri e ha affrontato in maniera “combattiva” la sua permanenza nel carcere di Bollate, dove si è consegnato spontaneamente ieri mattina intorno alle 10.
“Ha dimostrato come sempre una grande dignità è un grande coraggio nell’affrontare anche questa situazione che, ripeto, è estremamente ingiusta“, ha aggiunto il legale. “Nessuna sentenza – ha spiegato ancora – dice che Formigoni abbia mai preso un solo euro”. Nel periodo in cui è stato governatore, poi, ha “reso la Sanità lombarda un’eccellenza – ha aggiunto il legale – il modello Lombardo è stato applicato anche in tante altre regioni e a differenza che altrove, i conti di questo settore in Lombardia erano perfino in attivo”. Quanto all’aver preso 6 milioni di euro utilità dalla Fondazione Maugeri tramite l’imprenditore Pierangelo Daccó e l’ex assessore alla Sanità Antonio Simone, per l’avvocato Stortoni, si tratta di “accuse risibili”. La pubblica accusa “ha tentato di fare il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci e della trasformazione dell’acqua in vino. Nel caso dello tarchiato di Sacco, ad esempio, sul quale Formigoni era ospite al massimo per 15 giorni d’estate e per qualche fine settimana, la pubblica accusa ha considerato che in realtà fosse di sua proprietà e ha considerato il valore della barca, pari a un milione di euro, come una utilità data a Formigoni come prezzo per la sua presunta corruzione. Accuse che non stanno in piedi”. I difensori di Formigoni hanno già presentato al sostituto Pg Antonio Lamanna una istanza per chiedere che all’ex governatore lombardo vengano concessi i domiciliari e non è escluso che nei prossimi giorni presentino una analoga richiesta anche al tribunale di Sorveglianza.
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