MILANO – Ore 9.40. Sono ancora i negoziati Usa-Cina sul fronte commerciale a orientare gli investitori. Ieri il presidente americano Donald Trump ha detto che le trattative stanno andando “molto bene” e che il 1 marzo, quando dovrebbe terminare la tregua tra i due Paesi con il via ai nuovi dazi, “non è una data magica”. Indicazioni che hanno contribuito a spingere ieri Wall Street, con gli indici che hanno chiuso tutti in rialzo. L’Europa parte positiva: Milano cresce dello 0,21%, Londra sale dello 0,18%, Francoforte dello 0,3% e Parigi dello 0,2%. Bene anche l’Asia. Tokyo chiude in moderato rialzo e guadagna lo 0,6%.
Poco mosso lo spread. Il differenziale è vicino ai livelli di chiusura di ieri e si posiziona a 267 punti con il rendimento del titolo decennale italiano al 2,78%. Sul fronte delle valute è invece in lieve calo l’euro, a 1,1337 dollari.
Povero il menù di dati macroeconomici di giornata. In Giappone a gennaio la bilancia commerciale è risultata in deficit di 1415,2 miliardi di yen, peggio dei 1029,1 miliardi attesi e in netto peggioramento rispetto al precedente deficit di 56,7 miliardi. Secondo i dati resi noti dal ministero delle finanze giapponese si tratta del livello più elevato di deficit commerciale registrato negli ultimi 5 anni. A dicembre 2018 l’Istat stima una crescita dello 0,2% dell’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni rispetto al mese precedente. L’incremento non basta però a risollevare il risultato del quarto trimestre, che segna un calo dello 0,8% rispetto al terzo trimestre, dopo l’andamento positivo dei due trimestri precedenti.
Attesa in mattinata anche la fiducia dei consumatori nell’Eurozona.
In lieve rialzo infine il petrolio.Il Wti, con consegna a marzo, aumenta di 30 cent a 56,39 dollari negli scambi elettronici in Asia. Il barile di Brent guadagna 17 cent a 66,62 dollari. In rialzo l’oro, a 1342 dollari l’oncia.