Dal Veneto alla Romagna, chilometri di spiagge potrebbero diventare “smoke free”. Dopo anni di sperimentazione, negli otto chilometri di arenile di Bibione – località balneare tra le prime destinazioni turistiche italiane per numero di presenze – dal 2019 sarà vietato fumare. Iniziativa che potrebbe essere replicata anche sulle spiagge di Rimini. L’idea è dell’assessore alla Sicurezza e Igiene Pubblica del Comune romagnolo, Jamil Sadegholvaad, che ha annunciato di aver portato la proposta all’attenzione della giunta, inserendo però alcune varianti rispetto alla proposta veneta.
La proposta di Rimini
A Rimini la proposta è di creare delle aree dedicate ai fumatori sulla battigia. E vietato la sigaretta sotto l’ombrellone o sulla battigia, anche per eliminare i mozziconi lasciati sulla sabbia. “Non chiederemo di non fumare – dice l’assessore romagnolo – ma di farlo in appositi spazi anche perché la distanza tra un ombrellone e l’altro c’è pochissimo spazio, è una questione di civiltà”. L’idea è di redigere un provvedimento da inserire nell’ordinanza balneare 2019 che impone ai titolari degli stabilimenti di individuare le aree riservate ai fumatori. “Non sarà un semplice invito – continua Sadegholvaad – ma un obbligo per i bagnini realizzarle e far rispettare la norma”. Il tratto di costa interessato è di 16 chilometri. Scettici però bagnini e operatori balneari, che avrebbero accolto in maniera piuttosto fredda la proposta, temendo un boomerang per il turismo, mettendo in atto un provvedimento – spiega Mauro Vanni della cooperativa bagnini di Rimini Sud- non in linea con l’accoglienza che contraddistingue la Romagna. Se approvata, la norma (che necessita comunque di un accordo con gli operatori balneari) comporterebbe sanzioni pecuniarie per i trasgressori.
Mappa spiagge Bibione
Condividi
Mappa spiagge Bibione
L’esempio di Bibione
Dopo una serie di esperimenti e le diverse iniziative portate avanti negli ultimi anni, in particolare con il progetto “Respira il mare”, niente più sigarette sulla spiaggia di Bibione dall’estate 2019. “Più che introdurre un divieto ci interessa dare l’opportunità, a chi sceglie di trascorrere le sue vacanze da noi, di respirare l’aria pulita del mare senza dover tollerare sostanze inquinanti pericolose per la salute – spiega Pasqualino Codognotto, sindaco di San Michele al Tagliamento-Bibione –. È anche un modo per promuovere, insieme ai nostri ospiti, una cultura basata sul rispetto e siamo certi che anche i fumatori sapranno cogliere questa opportunità. Un’iniziativa sostenuta anche da tutti i nostri operatori turistici e che ci permette di qualificare Bibione sempre più come destinazione di qualità a livello ambientale e della salute”.
Nel definire le modalità di applicazione del divieto di fumo, il progetto includerà l’allestimento di aree attrezzate e delimitate all’interno delle quali sarà possibile fumare. Tali zone saranno realizzate impiegando legno proveniente da ‘Filiera Solidale’, iniziativa lanciata da Pefc Italia a seguito dell’alluvione dello scorso ottobre che ha devastato le foreste alpine del Nordest. Le generose dimensioni della spiaggia di Bibione consentiranno, inoltre, spazi confortevoli e ombreggiati anche per coloro che non vorranno rinunciare alla sigaretta. Si potrà fumare anche nei chioschi spiaggia.
L’impegno profuso dalla località balneare italiana in favore dell’aria pulita in spiaggia è sostenuto anche da alcuni dati scientifici. Uno studio condotto nel 2015 dal Centro Antifumo dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, ha evidenziato che il fumo passivo esiste anche in spiaggia ed è tutt’altro che trascurabile: a circa 10 metri di distanza e con una velocità media del vento di 2,7 m/sec, si generano picchi molto elevati di inquinamento (250 microgrammi/m3). Pur durando solo pochi secondi, questi picchi sono di uno o due ordini di grandezza superiori non solo a livello basale della spiaggia, ma anche a quello generato dal traffico alla rotonda di ingresso della località, una zona a elevato traffico veicolare.
Proprio per questo il progetto “Respira il mare” ha ottenuto in questi anni il sostegno di OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), Ministero della Salute, Regione Veneto, ULSS 4 del Veneto Orientale e Istituto Nazionale dei Tumori.