“Hai dato a tutti noi una grande forza e un coraggio smisurato, non ti dimenticheremo”. “Una donna meravigliosa che ha perso la vita per darne un’altra”. E ancora: “Le persone come te fanno bella la terra”. Una miriade di messaggi, un fiume di affetto per ricordare Caterina Morelli, morta a soli 37 anni per un tumore al seno. Caterina viveva a Firenze, era sposata con Jonata dal 2012, aveva due figli, Gaia e Giacomo, ed era un medico molto amato. Caterina se n’è andata la notte dell’8 febbraio 2019, portata via da un cancro scoperto sette anni fa, pochi giorni dopo le nozze, proprio quando aveva saputo di aspettare il secondo figlio. Ed è proprio per l’amore di quel bambino che ha deciso di non arrendersi, di non abortire come le avevano consigliato, ma di continuare a lottare per la sua famiglia. Caterina e il suo sorriso sono diventati un esempio per tutti coloro che la incontravano e che, come lei, attraversavano momenti di difficoltà. La sua casa era diventata un luogo di confronto, stava vicina alle persone che avevano perduto la fede e accoglieva a pranzo i senzatetto per dare loro un aiuto concreto. Faceva pellegrinaggi con il marito e aveva persino creato un gruppo di preghiera su Whatsapp per parlare della malattia e trasmettere agli altri la sua energia.
A ripercorrere la vicenda di Caterina, da sempre attiva nel gruppo di Comunione e Liberazione, il deputato Gabriele Toccafondi, anche lui esponente del movimento. In un lungo post su Facebook, condiviso da centinaia di persone e accompagnato da decine e decine di commenti di stima, Toccafondi invita tutti a prendersi un po’ di tempo per conoscere questa ragazza. “Una storia che apre il cuore e la testa e che non lascia indifferenti” ha sottolineato. “Caterina si laurea in medicina e chirurgia e il 16 giugno 2012 si sposa con Jonata (hanno già la piccola Gaia) – scrive Toccafondi – Una decina di giorni dopo il matrimonio scopre di essere in attesa del secondo figlio e solamente quattro ore più tardi ha il risultato delle analisi su un nodulo al seno: forma di tumore estesa e molto aggressiva. A Firenze le propongono l’interruzione della gravidanza per poter procedere a chemio e radio. Caterina rifiuta e trova invece, grazie a medici dell’Istituto europeo di oncologia di Milano, una strada percorribile, più blanda ma con più rischi, che è compatibile con la vita che porta in grembo”.