Di Maio: “I governi prima di noi hanno mentito” – Questi dati, dichiara il vicepremier Luigi Di Maio, “testimoniano una cosa fondamentale: chi stava al governo prima di noi ci ha mentito, non ci ha mai portato fuori dalla crisi”.
I numeri dell’ultimo trimestre – Nell’ultimo trimestre dell’anno da segnalare una giornata lavorativa in meno rispetto a quello precedente e due giornate lavorative in più rispetto al quarto trimestre del 2017.
Negli ultimi tre mesi dell’anno, spiegano all’Istat, “l’economia italiana ha segnato una contrazione, che fa seguito a quella, più modesta, registrata nel terzo trimestre”, e “tale risultato negativo determina un ulteriore abbassamento del tasso di crescita tendenziale del Pil, che scende allo 0,1% dopo lo 0,6% del trimestre precedente”. Tale stima, continua l’istituto statistico, “ha natura provvisoria, riflette dal lato dell’offerta un netto peggioramento della congiuntura del settore industriale a cui si aggiunge un contributo negativo del settore agricolo, a fronte di un andamento stagnante delle attività terziarie”.
Pil 2018 fermo allo 0,8% – Nel 2018 il Pil corretto per gli effetti di calendario è aumentato dello 0,8% secondo la stima preliminare dell’Istat. All’Istituto di statistica precisano che, con tre giornate lavorative in più rispetto al 2017, la variazione annua del Pil stimata sui dati trimestrali grezzi è invece pari all’1%. A marzo saranno diffusi i risultati dei conti nazionali annuali per il 2018.
Boccia: “Reagire subito al rallentamento” – Alla luce di questi dati negativi sull’economia del Paese, il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia avverte: “Bisogna reagire quanto prima, in modo da compensare” il rallentamento dell’economia globale e dell’Italia, cominciando ad aprire “immediatamente” i cantieri, su cui ci sono risorse già stanziate, compresa la Tav. “Noi abbiamo adesso il problema del rallentamento – chiarisce – e a gennaio avremo un rallentamento ancora superiore rispetto al trimestre scorso”.
Furlan: “Dati preoccupanti per l’occupazione” – Molto preoccupata per le ricadute sul lavoro la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan, che commenta la flessione del Pil parlando di “gravi rischi per l’occupazione”.