• 22 Gennaio 2025 22:00

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Mafia, parlano due pentiti e scatta il blitz a Palermo: 7 fermi. Volevano ricreare la Cupola – Il Fatto Quotidiano

Gen 22, 2019

Ai magistrati hanno confermato la riorganizzazione di Cosa nostra, svelando le sue dinamiche interne e fornendo elementi importanti a carico di Leandro Greco, Calogero Lo Piccolo e Giovanni Sirchia. Fermati insieme ad altre quattro persone, tutte accusate di volere ridare vita alla Cupola. Il decreto di fermo emesso dalla Dda – nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal capo dell’Antimafia di Palermo Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Salvatore De Luca e dai pm Roberto Tartaglia e Amelia Luise – arriva dopo le dichiarazioni del pentito Filippo Colletti, capomafia di Villabate fermato il 4 dicembre dai carabinieri con l’accusa di far parte della nuova commissione di Cosa nostra. Grazie alle sue dichiarazioni e alle rivelazioni di un nuovo pentito, Filippo Bisconti, finito in manette nella stessa indagine, i pm sono riusciti ad aggiungere un ulteriore tassello all’inchiesta sulla rinata Cupola. Un progetto che era stato scoperto a dicembre e aveva portato al fermo di 47 tra boss e gregari. Tra i fermati di oggi anche Leandro Greco, nipote del Papa di Cosa nostra Michele, padrino di Ciaculli, e Calogero Lo Piccolo, figlio del boss ergastolano Salvatore Lo Piccolo. Entrambe considerate due figure di vertice.

Fermato anche Giovanni Sirchia, affiliato alla famiglia mafiosa di Passo di Rigano, e accusato di aver partecipato alla ricostituzione dell’organo direttivo di Cosa nostra occupandosi della consegna ai boss delle convocazioni per i summit e di aver accompagnato alcuni padrini alle riunioni. In cella anche Giuseppe Serio, Erasmo Lo Bello, Pietro Lo Sicco e Carmelo Cacocciola ai quali è stato contestato il reato di associazione mafiosa e alcuni episodi di estorsioni commesse nel territorio del mandamento mafioso di San Lorenzo.

Colletti, ai vertici della nuova Commissione, venne intercettato mentre parlava in auto col suo autista Filippo Cusimano. “Si è fatta comunque una bella cosa.. per me è una bella cosa questa.. molto seria… molto…con bella gente.. bella! grande! gente di paese..vecchia gente di ovunque”, disse confermando i sospetti degli inquirenti sulla restaurazione dell’organo direttivo. Colletti e Bisconti hanno rivelato ai magistrati il loro ruolo di vertice dei ‘mandamenti’ di Villabate e Belmonte Mezzagno. Entrambi hanno inoltre confermato la riorganizzazione della Commissione provinciale di Cosa nostra svelando le dinamiche interne alla stessa e hanno fornito elementi importanti a carico di Leandro Greco, Calogero Lo Piccolo e Giovanni Sirchia.

La svolta – A mezzogiorno del 29 maggio scorso quattro boss palermitani, tutti all’epoca sotto indagine, fanno perdere le proprie tracce per qualche ora. Spariscono. E nessun aiuto agli investigatori, che da mesi li tengono sotto controllo, arriva dai cellulari che, evidentemente disattivati, non danno indicazioni sui loro spostamenti. A fornire agli inquirenti in modo involontario la chiave del mistero è uno dei quattro, Francesco Colletti, il capomafia di Villabate ora pentito: qualche ora dopo in auto con un uomo d’onore racconterà la cronaca del summit tra i padrini palermitani appena concluso. In quella riunione, il cui luogo è tuttora misterioso, i capimafia hanno riportato in vita la commissione provinciale di Cosa nostra e designato il nuovo capo dei capi: Settimo Mineo, 80 anni, professione ufficiale gioielliere, imputato al maxiprocesso(nella foto). Le parole intercettate di Colletti per i carabinieri e i pm della Dda di Palermo sono state la conferma di un sospetto di mesi: i boss rivolevano la Cupola. Perché con la morte del padrino c’è bisogno delle antiche certezze e di un organismo che decida “le cose gravi”. Colletti finisce in carcere e poco dopo comincia a parlare. La stessa scelta di rottura la fa un altro fermato, Filippo Bisconti, reggente del mandamento mafioso di Misilmeri.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close