Erbusco (Brescia), 20 gennaio 2019 – Una donna uccisa e bruciata, abbandonata tra i vigneti della Franciacorta. Un’altra donna: Chiara Alessandri di 44 anni, dello stesso paese della vittima, prima indagata a piede libero e poi fermata e trasferita in carcere dopo cinque ore di interrogatorio. Sembrerebbe a principale sospettata di quello che appare a tutti gli effetti come un femminicidio a sfondo passionale. Un uomo che si presenta dai carabinieri e racconta di avere accompagnato la vittima a casa della sospettata. La quale ha avuto una relazione con il marito della deceduta. Questi sono i protagonisti e gli scenari di un giallo degno del gioco del Cluedo, in cui, minuto per minuto, la dinamica degli eventi si è sviluppata ed è cambiata rimbalzando tra la procura di Brescia e quella di Bergamo: la prima per competenza territoriale, la seconda per la provenienza dei protagonisti, tutti residenti nella stessa via.
La storia è quella drammatica di Stefania Crotti, 42 anni, di Gorlago in provincia di Bergamo, i cui resti sono stati trovati venerdì 18 gennaio alle 14.30 lungo una stradina sterrata di Erbusco, nel Bresciano. A rinvenirli è stato un ciclista. Le indagini dei carabinieri sono iniziate immediatamente, concentrate sia sul risalire ai colpevoli sia sull’attribuire una identità a quel che restava di una donna di carnagione chiara completamente arsa dalle fiamme, gettata a terra in posizione supina e rannicchiata. Unico indizio, nella fase iniziale due anelli tra cui la fede nuziale e una denuncia di scomparsa fatta da Stefano Del Bello mercoledì 16, dopo che sua moglie non è rientrata dal lavoro.
L’uomo, che è stato sentito per parte della notte tra venerdì e sabato e per tutta la mattinata di ieri, ha consentito di riconoscerla con certezza, perché sulla fede c’era il suo nome con la data del loro matrimonio, avvenuto nel 2002. Non solo: il fuoco ha parzialmente risparmiato un tatuaggio che Stefano Del Bello ha riconosciuto essere quello che aveva Stefania. Ritenuto estraneo ai fatti, ha poi fatto ritorno a casa sua a Gorlago, nella via dove oltre a lui, Stefania e la figlia Martina vivono i parenti della congiunta. Durante la giornata si è verificato un colpo di scena, quando un uomo si è presentato ai carabinieri spiegando che mercoledì 16, con la scusa di una festa a sorpresa, su richiesta dell’indiziata, ha accompagnato la Crotti a casa sua, senza però entrare. L’ha fatta salire sulla sua auto all’esterno della PMG spa di Cenate Sotto dove la vittima lavorava e dove le telecamere di sorveglianza lo hanno ripreso.
A questo punto la ricostruzione si fa complessa. Cosa è accaduto? È stata effettivamente la Alessandri a uccidere la Crotti? Se sì, dove? Era sola o in compagnia? Perché poi il corpo è stato lasciato a Erbusco a una quarantina di minuti e a venti chilometri di strada da Gorlago? La cruda realtà, per ora, sono i resti della donna e il fatto che la Alessandri è stata fermata e interrogata, assistita dal suo legale Gianfranco Ceci. «Io e Stefania ci eravamo visti l’ultima volta mercoledì mattina – racconta con un filo di voce il marito della vittima, Stefano – . Io poi sono andato ad accompagnare nostra figlia a scuola e mia moglie è andata al lavoro. Ho cominciato a preoccuparmi verso sera, quando non ho avuto più sue notizie. Il cellulare era spento. C’era stato in passato qualche problema tra di noi, ma l’avevamo superato e ora le cose stavano andando meglio. Non so cosa pensare, sono distrutto. Per favore ora voglio stare da solo, devo proteggere anche mia figlia».
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