Ma non c’ dubbio che il decreto fosse necessario a Di Maio e Salvini, che mirano a fare il pieno di voti continuando intanto a mostrarsi avversari nelle piazze per togliere consensi agli avversari nelle urne. una tattica che fin qui si mostrata redditizia, e che per deve fare i conti con la congiuntura economica, con le nubi di una crisi che potrebbe coglierli in mezzo al guado. Costringendoli magari a una manovra correttiva e a una impopolare operazione salva-banche che scombinerebbe i loro piani. Nulla di nuovo: gi a settembre furono messi sull’avviso dai loro sottosegretari Buffagni e Giorgetti. In ogni caso il patto scadr dopo le Europee, quando gli elettori decideranno i nuovi rapporti politici. allora che Di Maio e Salvini si troveranno al bivio, e dentro un quadro parlamentare che potrebbe mutare equilibri a seconda degli eventi, dovranno decidere se sciogliere l’intesa oppure rinnovarla: in tal caso sarebbe chiaro che il contratto — dettato dal voto di marzo — si trasformerebbe in un’alleanza politica. Ma non questo l’intento del capo leghista, che vorrebbe allungare la vita del governo quanto pi possibile in attesa di una definitiva uscita di scena di Berlusconi, cos da egemonizzare il vecchio centrodestra e sulle sue ceneri edificare un rassemblement sovranista. Proprio per contrastare una simile prospettiva il Cavaliere ha annunciato la sua candidatura alle Europee: sa di non poter competere nella sfida con Salvini, ma se riuscisse a ottenere una percentuale a doppia cifra nelle urne potrebbe in prospettiva condizionarlo. Lo costringerebbe infatti a scegliere con chi stare, ed evocando la tradizionale alleanza che governa le regioni pi produttive del Paese, offrirebbe una sponda a quella parte della Lega al Nord che sofferente per il governo coi grillini.