HOUSTON (USA) – Mike D’Antoni è senza Chris Paul e Clint Capela, ma il coach degli Houston Rockets ha in faretra una freccia diversa dalle altre: James Harden. ‘Il Barba’ viene definito da molti egoista, addirittura fastidioso per il suo modo di giocare o di ingannare gli arbitri, ma su una cosa sono tutti d’accordo: è un fenomeno.

CHI LO FERMA? – Solo James Harden può fermare James Harden. Nessun altro ci è riuscito nelle ultime partite. Il numero tredici degli Houston Rockets ha messo a referto tra il 13 dicembre 2018 e l’ultima sfida giocata contro i Brooklyn Nets almeno 30 punti in 18 incontri consecutivi. Kevin Durant (12), Moses Malone (13), Tracy McGrady (14) e Kobe Bryant (16) sono stati tutti messi alle spalle da Harden, che nella notte al Toyota Center ha raggiunto Elgin Baylor, stella dei Los Angeles Lakers negli anni ’60.

L’OBIETTIVO – Davanti a James Harden, ora, c’è solo Wilt Chamberlain. Il problema, però, è che l’uomo dei 100 punti in una sola partita occupa il primo, secondo, terzo e quarto posto di questa speciale classifica: praticamente è irraggiungibile. In carriera, Chamberlain segnò 30 o più punti in 25 incontri consecutivi nel 1960. Due anni più tardi ne arrivarono 31 di fila, ma soprattutto, nella stagione 1961-62 (chiusa a più di 50 punti di media) li mise a referto in 65 partite consecutive. L’obiettivo per James Harden, intanto, è raggiungere quota 20, almeno per togliere dalle prime quattro righe dell’albo lo stesso nome.

GLI IMPEGNI – Nella notte tra sabato e domenica, gli Houston Rockets affronteranno i Los Angeles Lakers, ancora privi di LeBron James. Poi i Philadelphia 76ers in trasferta. Due partite per entrare nella storia (come se non lo stesse già facendo). In stagione James Harden ha segnato più di 40 punti in 14 occasioni e per ben tre volte ha sfondato il muro dei 50. L’MVP in carica continua a sorprendere e, da qui alla fine della stagione, manca ancora tanto tempo.