16 gennaio 2019Brexit da rifare. Non sarà l’accordo faticosamente raggiunto, lo scorso novembre, con l’Ue dalla premier britannica Theresa May a determinare il divorzio dall’Europa politica e finanziaria. La Camera dei Comuni ha bocciato l’ipotesi con 432 no (sono stati 118 i deputati Tories ‘ribelli’) contro 202 sì. La ratifica negata con uno scarto di 239 voti, un bilancio molto pesante per un governo già da tempo in difficoltà su questa vicenda.
Ue: accordo non si può rinegoziare
“L’accordo sulla Brexit non può essere rinegoziato. Ora sta al Regno Unito dire cosa vuole fare. Aspettiamo di sapere da loro quali sono i prossimi passi”. Lo ha detto Margaritis Schinas, portavoce della Commissione europea. Ma se Schinas avverte che i 27 non sono disposti a rinegoziare l’intesa, lascia però intendere che c’è qualche margine per ritoccare la dichiarazione politica congiunta sulla partnership futura, sempre che Londra modifichi i suoi paletti. Ma occorre che la Gran Bretagna chiarisca cosa vuole fare.
Barnier: sta a Gb indicare le prossime tappe
“Finché non si troverà una via di uscita all’impasse politica britannica, con un chiaro sostegno parlamentare, non potremo andare avanti. Le prossime tappe dovranno ora essere chiaramente indicate dal governo britannico”. Così il capo negoziatore Ue per la Brexit, Michel Barnier. “Sta al governo britannico – ha affermato – chiarire come il Regno Unito intende procedere per organizzare un ritiro ordinato” dall’Ue e “in che modo, al di là di questo, voglia ottenere con noi un partenariato ambizioso e durevole”.
Timmermans, pronti a ogni ipotesi, anche ‘no-deal’
“Non sta a noi speculare su che tipo di Brexit” sarà deciso da Londra, ma “abbiamo l’obbligo di essere pronti a ogni possibile ipotesi, anche una uscita senza accordo. La Commissione sarà pronta a qualunque risultato”. Lo dice il vice presidente della Commissione europea, Frans Timmermans, durante il dibattito al Parlamento europeo su Brexit. “Noi continuiamo il processo di ratifica perché questo accordo è e resta il miglior risultato per garantire una uscita ordinata. Non possiamo tornare indietro e cambiare l’inizio, ma possiamo partire da dove siamo e cambiare la fine” – ha aggiunto Timmermans. “Il voto di ieri sera p stato chiarissimo. Adesso dovremo cercare una via d’uscita”.
Merkel: ancora tempo per trattare, May faccia proposte
“Abbiamo ancora tempo per trattare ma adesso la premier britannica deve fare una proposta”. Lo ha detto Angela Merkel, in uno statement sulla bocciatura della Brexit da parte del Parlamento britannico, oggi a Berlino.
Il 29 marzo si avvicina. Ipotesi rinvio
Anche in assenza di un accordo però la data prevista per la Brexit verrebbe rispettata, da entrambe l parti. Questo quello che trapela dalla Germania e anche dalla Gran Bretagna. Un rinvio della Brexit, prevista il 29 marzo, “non avrebbe senso” visto che questa opzione non gode della maggioranza al parlamento britannico. Lo ha affermato il ministro degli Affari esteri tedesco, Heiko Maas. Un eventuale rinvio “ha senso solo se esiste anche un mezzo per raggiungere un accordo tra l’Ue e la Gran Bretagna e al momento non è un’opinione maggioritaria al parlamento britannico”, ha affermato il capo della diplomazia tedesca, intervistato da Deutschland Funk.
E la stessa premier May nei giorni scorsi ha affermato che la data della Brexit non sarebbe stata rinviata. Certo è che May intanto dovrà superare la mozione di sfiducia presentata dai laburisti. Se dovesse essere sconfitta avrà 14 giorni per calendarizzare un nuovo voto di fiducia e in caso di ulteriore sconfitta, si aprirebbe automaticamente la porta a elezioni generali. Intanto, i laburisti hanno fatto sapere di lavorare all’ipotesi di un nuovo referendum sul divorzio dall’Unione europea.
Watson: ora comanda Westminster, vuole restare in Ue
“Di fronte a una sconfitta di queste proporzioni, ogni premier che avesse rispetto per se stesso dovrebbe dimettersi. Theresa May non lo farà: ma dovrebbe”. Lo dice, in una intervista al Corriere della Sera, sir Graham Watson, leader storico dei liberal democratici al Parlamento europeo. Se May si dimettesse, “anche così – osserva – la situazione non si risolverebbe immediatamente. Ormai è il Parlamento che deve decidere cosa fare, Westminster ha preso il controllo del processo della Brexit. È importante notare – spiega – che i deputati hanno detto di no non soltanto alla May, ma anche a Corbyn: perché lui vorrebbe solo rinegoziare questo accordo, mentre i deputati lo hanno respinto del tutto”.
Ora, secondo Watson, “il Parlamento deciderà di prorogare l’articolo 50 (la data della Brexit, fissata per il 29 marzo) oppure di revocarlo del tutto. E dunque si resterà nell’Unione europea”. Il Parlamento ha il potere di prendere una simile decisione? “Legalmente sì – spiega -, il referendum del 2016 era soltanto consultivo. Anche se staranno attenti e dunque convocheranno un secondo referendum per legittimare la loro azione”.
May: diventata premier dopo il referendum e intendo realizzare quelle indicazioni
“Ho sempre ritenuto che la soluzione migliore sia uscire in modo ordinato e con un buon accordo. Ho dedicato gran parte degli ultimi due anni a negoziare una simile intesa”, afferma. “La seconda rassicurazione è per il popolo britannico, che ha votato per lasciare l’Unione Europea con il referendum di due anni e mezzo fa -ricorda-. Sono diventata premier subito dopo quel referendum, ritengo sia mio dovere realizzare le indicazioni” dei votanti “e intendo farlo”.
Stampa GB, disfatta storica
“Storica” e “umiliante”: è unanime la stampa britannica nella scelta degli aggettivi per descrivere a caratteri cubitali la disfatta subita ieri alla Camera dei Comuni dalla premier Theresa May e dal governo Tory sull’accordo di divorzio dall’Ue. “Un’umiliazione completa”, titola il Daily Telegraph,giornale filo-conservatore vicino sul dossier Brexit all’ala dei ribelli euroscettici più oltranzisti. “May subisce una storica sconfitta, mentre i Tories si rivoltano contro di lei”, fa eco il progressista Guardian. Analogo il titolo del Times. Fra i tabloid, il Daily Mail – tornato a schierarsi di recente a favore dell’accordo sulla Brexit negoziato dalla premier – nota come Theresa May debba ora “combattere per sopravvivere”. Mentre l’Express gioca con il cognome dell’inquilina di Downing Street e scrive a tutta pagina:”DisMay”, in inglese “sgomento”.
Premier Belgio convoca riunione emergenza
Il comitato ministeriale ristretto del governo del Belgio è stato convocato questa mattina per affrontare la questione di una Brexit disordinata, dopo che la Camera dei Comuni a Londra ha rigettato l’accordo di ritiro del Regno Unito dall’Ue. Il governo del primo ministro Charles Michel ha già preparato una serie di decreti e disposizioni regolamentari in caso di uscita senza accordo del Regno Unito, che trasformerebbe il Belgio in una paese di frontiera esterna dell’Ue.
Un k.o. pesantissimo, un terremoto che fa da prologo a
Verhofstadt, art. 50 non oltre data europee
“Credo che sia giunto il momento di dire ai nostri amici britannici che per il bene del Regno Unito è arrivato il momento di avere una collaborazione fra i partiti politici” britannici. Così il leader dei Liberali Alde al Parlamento Ue, Guy Verhofstatd. “Per noi è impensabile che l’articolo 50 sia prolungato oltre la data delle elezioni europee”, ha aggiunto, precisando infine che “deal o no deal faremo di tutto per tutelare i diritti dei nostri cittadini e anche britannici”
Farage: se nuove referendum lo vinceremo
“Se dovessimo votare per unsecondo referendum” sulla Brexit “potreste avere una grossasorpresa, certo i britannici possono essere molto rilassati,molto cool, ma se vi spingete troppo oltre il leone ruggirà e seci sarà un secondo referendum noi vinceremo con una maggioranzaancora più forte”. Così l’eurodeputato britannico euroscetticoNigel Farage nel suo intervento alla Plenaria aStrasburgo.
Tajani: il voto di Londra è una brutta notizia
“Il voto di Londra sulla #Brexit è una brutta notizia. Il nostro primo pensiero sono i 3 milioni e 600 mila cittadini europei nel Regno Unito e i britannici che vivono nella UE. Hanno bisogno di certezze sul loro futuro. Noi ci batteremo sempre per loro!” scrive su twitter il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani.
Tusk: Gb ripensi a propria strategia sulla Brexit
Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha invitato i leader britannici a ripensare la propria strategia sulla Brexit dopo la sonora bocciatura della Camera dei Comuni del piano negoziato dalla premier Theresa May. “Se un accordo è impossibile, e nessuno vuole un no-deal, chi è che avrà infine il coraggio di dire qual è l’unica soluzione positiva?” ha scritto Tusk sul proprio account di Twitter, proponendo all’apparenza un ripensamento della Brexit.