Trasformare la serialità in arte e reinterpretare la robotica rendendola più umana. In una parola ricontestualizzare gli strumenti di produzione industriale nell’ambito della sperimentazione artistica e artigianale. È quanto cerca di fare il progetto Robotrip, nato in collaborazione traWe Make, Studio Caracol e Eutrolog.
Come abbiamo avuto modo di vedere alla Maker Faire di Roma, i ragazzi di Robotrip hanno riprogrammato un braccio meccanico robotizzato di chiara derivazione industriale tramite l’uso di una board Arduino e l’adozione di alcuni accessori ad hoc, trasformandolo in una sorta di stampante 3D capace di eseguire con grande precisione manufatti di grandi dimensioni e di complessa fattura.
Questo però non è l’unico utilizzo che se ne può fare: il limite infatti sta soltanto nell’immaginazione del programmatore. I ragazzi di Robotrip ad esempio ci hanno detto che volendo il braccio robotizzato può utilizzare materiali più resistenti e realizzare strutture portanti annegabili nel cemento e così via.
Insomma Robotrip vuol mettere le capacità realizzative dei dispositivi industriali ad alta precisione al servizio della creatività, del design e della sperimentazione, voi cosa ne pensate?