Due soli e lunghi rettilinei, quattro curve. Così semplicemente divenne operativo nel 1921, a Berlino, il noto e storico tracciato di gara dell’AVUS (Automobil Verkehrs und Übungs-Straße). Ci hanno corso la F1, la F2, la F3 e il DTM, persino delle moto, ma a differenza di Monza, che nasce nel medesimo anno, qui non si corre più, del tutto. Non proprio come a Monza, ma quasi, anche qui ci hanno costruito e poi abbandonato delle sopraelevate parecchio inclinate e troppo pericolose. Un circuito non solo circuito, quello tedesco, vista la sua graduale integrazione nell’autostrada 115, a ovest di Berlino. Dal 1998 il percorso, che negli anni subì varie trasformazioni e lungo il quale perirono in troppi, non è più operativo. Smantellato eccezion fatta per delle tribune, in parte ancora di legno, che sono come un monumento, storico pur se malconcio. La mitica torre degli anni Trenta, ora è un albergo ristorante.
L’ultima, interessante, idea che riguarda quello che resta dell’AVUS, è di un fantasioso signore di origini iraniane, che opera anche in Germania in vari settori dell’imprenditoria, Hamid Djadda. Il progetto sostenuto per quelle tribune, che osservano l’autostrada da vicinissimo e ora davvero molto mal messe (specie se si pensa che per un certo verso, danno il benvenuto a Berlino, ndr) è quello di un restauro, in chiave moderna. Moderna vuole dire anche di business, quindi: ampie superfici vetrate, con spazi commerciali e ristorativi, uniti ovviamente al tema motoristico sportivo, con tanto di museo. Non mancano critiche e chi remi contro la costosa ipotesi (almeno 5 milioni di euro necessari, secondo alcuni 7) che lascerebbe degli ospiti di eventi nelle sale “fronte traffico” di un’autostrada dove passano oltre 90mila auto al giorno.
Staremo a vedere, come si accorderanno privati e amministrazione locale, vero è che alle Case auto che lì ci hanno vinto (es. Mercedes ma anche Auto Union, ovvero Audi) sarebbe poi ben reversibile la struttura per eventi a richiamo storico e in ogni caso, una tappa iridata della tanto spinta Formula E, in quel di Berlino, ci starà sempre bene.
Centenario autodromo
Se il signor Djadda, quello delle belle illustrazioni per il suo progetto Avus 2021, che vi proponiamo in foto gallery qui, su Automoto.it, volesse fare l’en plein dei circuiti centenari… Basta che passi per un giro anche in Brianza: lo ospitiamo noi qualora abbia intenzioni buone (e qualche risorsa finanziaria seria, alle spalle). Dentro il Parco Reale di strutture mitiche per l’auto da corsa, che non hanno vista autostrada con emissioni e traffico a pochi centimetri, ce ne sono tante da valorizzare (decrepite sì, ma noi non le abbiamo abbattute, le sopraelevate). Anche in quel di Monza in questi ultimi anni, l’Albo d’oro del GP F1 è firmato sempre tedesco: le Mercedes ci hanno vinto cinque volte nelle ultime cinque edizioni e dalla seconda metà anni Novanta, la bandiera tedesca ha svettato per ben dieci volte sul podio, grazie a vincitori come Schumi, Frentzen, Vettel e Rosberg.