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Reddito di cittadinanza, con i 780 euro la povertà si supera solo al Sud

Dic 28, 2018

Un sussidio di 780 euro al mese, non lontano dal primo stipendio netto di un giovanissimo operaio e sicuramente pi del netto in busta di uno stagionale impiegato (in regola) nella raccolta di frutta e verdura, consentirebbe a un single in et da lavoro di superare ampiamente la sua soglia di povert assoluta (560 euro) se vive in un piccolo comune del Mezzogiorno. Ma non chiude certo il gap di deprivazione in cui si trova un suo concittadino, nelle medesime condizioni, che vive in un’area metropolitana del Nord (dove invece la soglia di povert assoluta di 826,7 euro).

Il costo della vita, come spiegano i calcolatori Istat, cambia molto lungo la Penisola. E fa variare parecchio le soglie mensili di spesa per l’acquisto di beni essenziali per vivere appena fuori dall’indigenza.

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Si apprende dall’ultimo Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes – Istat) che nel 2017 in un grande comune del Centro (50-250mila abitanti) servivano almeno 754 euro per fare quella spesa minima, mentre in un analogo municipio del Sud ne bastavano 597. La differenza supera il 20 per cento.

Nella calibrazione del futuro Reddito di cittadinanza, destinato a soppiantare il Reddito di inclusione entro il secondo semestre dell’anno stando alle volont del governo, si dovr tener conto di queste diversit di potere d’acquisto. Ma poich la misura vorrebbe essere anche di ri-attivazione all’impiego, perlomeno di quel 25-30% di poveri assoluti che potrebbero effettivamente essere ri-occupabili, si dovr tener conto anche dell’effetto disincentivo. Se il sussidio troppo vicino (o in qualche caso supera) il reddito da primo impiego, allora ci si dovr chiedere quando (dove e come) scatta il disincentivo a lavorare.

Spiega Cristiano Gori, responsabile scientifico dell’Alleanza contro la povert: Per quanto riguarda gli importi, si deve tener conto delle significative differenze nel costo della vita esistenti tra le aree del Paese. Se lo scopo assicurare ad ogni famiglia in povert le risorse economiche necessarie a raggiungere uno standard di vita decente, l’ammontare di queste risorse non potr che essere differenziato tra le diverse aree del Paese.

Il problema ben presente ai policy maker, che infatti stanno puntando su soglie di reddito differenziate. Oltre alle soglie Isee si terr conto (scontando) delle spese per l’affitto e (contando) il fitto figurativo legato alla casa di propriet. Si tratta di dimensioni importanti per due ragioni: perch il costo dell’abitare pesa molto nel paniere della spesa di una famiglia povera e perch quel costo varia molto nelle diverse aree geografiche.

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Ma potrebbe non bastare. In assenza di un reddito minimo da lavoro valido come soglia differenziata per aree geografiche (i nuovi voucher non bastano perch poco diffusi e assai poco rappresentativi) si dovr tener conto dell’effetto disincentivo: quando un datore di lavoro in cerca di manodopera sar spiazzato, nel suo distretto, dal Reddito di cittadinanza?

Il problema non solo tra Sud e Centro-Nord (dove l’anno scorso viveva il 57% dei poveri assoluti). Bisogna prendere atto del cambiamento epocale avvenuto nel profilo della popolazione povera in Italia spiega ancora Cristiano Gori. A partire dal 2005 l’indigenza cresciuta tra i gruppi sociali storicamente pi colpiti (Sud, famiglie senza occupati, famiglie con tre figli), ma ha conosciuto anche una diffusione senza precedenti tra fasce di popolazione che, in precedenza, si sentivano al sicuro (Nord, famiglie con occupati, famiglie con uno o due figli). La povert – conclude Gori – ha rotto gli argini e ora riguarda trasversalmente l’intera societ italiana: come mai prima, il rischio di cadervi diffuso e percepito come una concreta minaccia.

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