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Porte aperte per i rifugiati

Dic 17, 2018

ROMA. Nelle settimane in cui centinaia di immigrati vengono messi in strada dalla stretta del governo sull’accoglienza c’e’ chi rilancia un modello di accoglienza in famiglia per rifugiati e titolari di alte forme di protezione basato sul coinvolgimento diretto dei cittadini.

E’ Refugees Welcome che in tre anni di vita traccia oggi un bilancio di 120 convivenze realizzate con successo, 200 attivisti pronti a dare una mano e 18 gruppi territoriali in altrettante città italiane. Attraverso una piattaforma digitale Refugees Welcome incrocia domanda e offerta di chi, gli immigrati regolari, cerca ospitalità e accoglienza in una famiglia italiana e di chi ha voglia di aprire le porte di casa e provare ad integrare chi è arrivato in Italia in cerca di una nuova vita.

“Un modo per superare pregiudizi e costruire insieme una società attiva, inclusiva e solidale”, dicono gli animatori di Refugees Welcome portando ad esempio le storie di chi in questi tre anni ha realizzato felicemente questo tipo di esperienza. La rete prevede l’ospitalità in una famiglia italiana comunque composta, anche single o pensionati, di immigrati di una fascia di età tra i 19 e i 30 anni che non sono ancora in grado di mantenersi tra di loro. L’incontro è faciitato da un team che, dopo aver valutato i reciproci requisiti, segue tutto l’iter della convivenza, dall’iscrizione alla piattaforma alla conclusione dell’esperienza.

Qualche numero: nei primi tre anni si sono iscritti alla piattaforma circa 1200 famiglia disponibili ad ospitare, 3500 rifugiati desiderosi di incrociare i loro destini con queste persone e piu’ di 1000 attivisti e faciitatori. La durata media delle 120 convivenze fin qui realizzate è stata di 7 mesi, un percorso al termine del quale i migranti, aiutati in un percorso di formazione, si sono resi autonomi. Di queste, 8 sono diventate convivenze a tempo indeterminato. Roma, Torino e Bologna le città in cui il modello ha avuto il maggiore successo.

La maggior parte degli immigrati accolti è titolare di un permesso di protezione umanitaria in Italia da circa 3 anni ed è anche per questo, in un momento in cui chi è titolare di questo tipo di protezione rischia di finire in strada, che l’esperienza di Refugees Welcome puo’ assumere una notevole rilevanza e venire incontro a situazione di particolare vulnerabilità.

Le famiglie piu’ disponibili ad accogliere con questo modello sono coppie con figli, seguite da single e da coppie senza figli. Una testimonianza per tutte, quella di Carolina, Benedetto e dei loro tre bambini e del loro ospite Saidou. Dice Carolina: “ Uno si commuove a vedere certi film come Fuocoammare e poi dice: mi piacerebbe fare qualcosa. Abbiamo cercato su internet e abbiamo trovato questa associazione”. E dopo un po’ è arrivato Saidou, 23 anni del Bourkina Faso. “ All’inizio avevo qualche timore, pensavo a come avrei potuto vivere con loro, stare bene, non avere difficoltà con i bambini. Ma poi mi sono integrato perfettamente e stiamo tutti bene”.

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