Le cantine dell’ex Moi sono di nuovo state sgomberate. Il Comune di Torino torino, la Compagnia di San Paolo, la questura, la prefettura e tutti gli altri enti che si stanno occupando di svuotare le palazzine dell’ex villaggio olimpico lo chiamano “sgombero dolce” perché, anche se la forza pubblica impiegata è imponente, ogni fase di questo progetto è condiviso con gli enti e con gli occupanti. Uno sgombero, quello dell’ex Moi, al quale si lavora ormai da anni ma che negli ultimi tempi era finito anche nella lista delle priorità del ministro dell’Interno Matteo Salvini che ne aveva parlato anche in un incontro a Torino con la sindaca Chiara Appendino.
E’ passato poco più di un anno dal primo “blitz” nelle cantine, a novembre di un anno fa, quando dalla pancia della palazzina arancione erano uscite un centinaio di persone e 110 tonnellate di rifiuti. A 13 mesi da quell’operazione era tutto da rifare. Gli uomini della questura di Torino sono entrate in azione questa mattina insieme ai mediatori del progetto. Tutto è iniziato al termine di una notte agitata: alcuni inquilini delle palazzine, in piena notte, hanno invaso via Giordano Bruno con carrelli della spesa carichi di masserizie rovesciando materiale sull’asfalto. Sono dovuti intervenire la polizia municipale e anche i carabinieri.
in riproduzione….
Sono stati sgomberati in gran parte uomini provenienti dal Ghana, Mali, Nigeria e Ciad. Con i pullman messi a disposizione dal Comune di Torino sono stati accompagnati al centro della Protezione civile di via delle Magnolie per poi essere mandati in alcune abitazioni, come previsto dal progetto di ricollocamento. Negli scantinati sono state trovate numerose masserizie – bombole, materassi, elettrodomestici – che verranno trasportate in un magazzino. Durante lo sgombero, un uomo ha opposto resistenza ed è stato portato via dalla polizia.
“Abbiamo organizzato un progetto di economia circolare per permettere a chi aveva una piccola attività con la riparazione degli oggetti di proseguire altrove- spiega l’assessora comunale alle Politiche sociali, Sonia Schellino- Quello che non è rifiuto, come alcune lavatrici e i vestiti usati, saranno messi in un magazzino”. Quel materiale sarà la base di partenza per il progetto che prevede anchr piccoli laboratori per imparare a riparare questi oggetti. Le operazioni di svuotamento dureranno un paio di giorni.
Se lo sgombero della palazzina delle famiglie, ad agosto, era filato via liscio e da allora il palazzo è rimasto vuoto e murato, di nuovo nelle mani dei proprietari, per le cantine è andata diversamente. Erano state la prima fase dello sgombero dolc,e ma i cancelli di metallo usati per chiudere in parte gli spazi non hanno retto. La scelta di consentire a chi aveva attività legali e magazzini là sotto di tornare di tanto in tanto non è stata vincente. Fino a questa mattina ci abitavano una sessantina di persone. Da qualche mese si sapeva che le cantine erano tornate un’emergenza ed era stata la stessa sindaca Chiara Appendino a dichiarare che “le cantine erano di nuovo la priorità” perché in inverno fa freddo, e in quei labirinti senza uscita basta una scintilla di una stufa o di un braciere per creare una trappola mortale.
A novembre dell’anno scorso la trattativa per lo sgombero delle cantine era durata tre giorni: alcuni degli ex inquilini sono stati arrestati nell’arco di questi mesi ma gli spazi rimasti vuoti hanno trovato nuovi gestori e nuovi inquilini non appena i cancelli e le grate sono state smurate dai corridoi. Adesso la questura e il comune hanno deciso di agire diversamente. Le cantite, di nuovo svuotate, saranno murate come la palazzina marrone di quest’estate.