I fitness tracker sono affidabili nel rilevare il battito cardiaco? No, almeno secondo uno studio svolto dalla Cleveland Clinic da cui emerge che l’Apple Watch è, almeno tra i prodotti testati, quello “meno impreciso”.
Analizzando i dati raccolti da quattro dispositivi – Fitbit Charge, Apple Watch, Mio Fuse e Basis Peak – gli esperti sono giunti alla conclusione che questi prodotti sbagliano il 10-20% delle volte.
Secondo Marc Gillinov, chirurgo cardiaco e uno degli autori dello studio pubblicato su JAMA Cardiology, conoscere la frequenza cardiaca quotidiana non offre grandi benefici. “Le aziende stanno vendendo milioni di questi dispositivi senza dimostrarne il beneficio generale”.
Secondo Forrester Research più di un americano su cinque ha comprato un dispositivo indossabile come un Fitbit o un Apple Watch, ma la metà l’ha smesso di usarlo entro sei mesi dall’acquisto. Altri studi recenti hanno messo in dubbio l’idea che questi dispositivi siano davvero benefici per la salute, come chi ritiene che non migliorino le possibilità di dimagrire.
Gillinov ha iniziato a interessarsi all’argomento due anni fa, quando le figlie gli hanno chiesto un Fitbit per tenere sotto controllo il battito cardiaco. Ha cercato su Internet quale dispositivo fosse il più accurato, trovando pochissimi dati affidabili. Allo stesso tempo alcuni pazienti si presentavano a lui con letture molte strane, come 230 battiti al minuto (da ricovero immediato) o 11 battiti al minuto (incoscienza e morte imminente).
Per lo studio Gillinov e i suoi colleghi hanno usato l’ECG (elettrocardiogramma) e le fasce cardiache, confrontando i risultati con i quattro indossabili. All’esperimento hanno partecipato 50 adulti sani, monitorati a risposto e mentre si muovevano su un tapis roulant a 3, 4, 6 e 9 chilometri orari. Sono stati esclusi i pazienti con pacemaker o malattie cardiovascolari, ma anche chi usava farmaci in grado di alterare il ritmo cardiaco.
L’età media era di 37 anni e l’indice massa corporea (BMI) media era pari a 23,5; più della metà (il 58%) erano donne e sette (il 14%) erano afroamericani. Secondo i ricercatori nessuno di questi fattori ha influito sulla precisione del test.
Alla fine dello studio è emerso che le fasce cardiache sono accurate quasi quanto l’elettrocardiogramma, e molto più affidabili di un dispositivo da polso. Il Mio Fuse e l’Apple Watch hanno restituito i risultati più accurati tra i quattro indossabili, con un tracciamento del ritmo cardiaco affidabile per il 91% del tempo, di media. Fitbit Charge e Basis Peak si sono dimostrati, rispettivamente, accurati per l’84% e l’83% del tempo. “Se il mio GPS sbagliasse risultati una volta su cinque sarei un po’ deluso“, ha commentato Gillinov.
Gli indossabili hanno inoltre dimostrato livelli di accuratezza diversi in base al grado di sforzo. Il Basis Peak ha sovrastimato di molto la frequenza cardiaca nei test a 3 e 4 km/h. Il Fitbit Charge HR sottostimato in modo rilevante la frequenza cardiaca 6 e 9 km/h.
I ricercatori hanno inoltre annotato quanti valori, tra 1773 dati raccolti tra tutti i dispositivi, si fossero maggiormente avvicinati al battito rilevato dall’elettrocardiogramma, riscontrando grandi variazioni. “Per esempio, con un Apple Watch il 95% dei valori era all’incirca più o meno a 25 battiti dal valore reale, mentre con il Basis Peak a più o meno 39”, ha spiegato Gillinov.
Il dottore consiglia quindi le fasce cardiache per atleti e pazienti. Il team ha deciso di ampliare lo studio con un maggior numero di indossabili e differenti tipi di allenamento. I dati preliminari suggeriscono che frequenti movimenti delle braccia riducono l’affidabilità dei fitness tracker. A influenzare il loro comportamento è anche il modo in cui vengono indossati. Questi prodotti non lavorano rilevando l’elettricità, bensì lo scorrere del sangue o il suo contenuto sotto la pelle mediante sensori ottici. Se sono poco aderenti non funzionano bene, mentre se sono troppo stretti frenano il flusso sanguigno.
Fitbit ha commentato lo studio dicendo che nei test interni i suoi prodotti hanno offerto “prestazioni entro gli standard industriali per il rilevamento ottico del battito cardiaco al polso”, con un errore medio inferiore al 6%, o 6 battiti al minuto. L’azienda inoltre consiglia di monitorare il battito sul lungo periodo anziché in un singolo frangente, consiglio peraltro offerto anche dal dottor Gillinov.
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