MILANO – Ore 9:30. Il rallentamento delle principali economie asiatiche preoccupa gli investitori, mentre lo spread tra Btp e Bund tedeschi a dieci anni risale in area 270 punti base: si cerca ancora il punto d’incontro definitivo tra l’Italia e l’Europa sulla revisione della Manovra, mancano all’appello ancora 4 miliardi e mezzo di risparmi per centrare le aspettative di Bruxelles. Il decennale italiano rende poco meno del 3 per cento.
I listini europei aprono in netto ribasso: Milano cede l’1,2%, Londra arretra dello 0,9%, Francoforte perde l’1% e Parigi lo 0,8%. Il comparto auto ha registrato ancora un dato deludente sul fronte delle vendite, scese in Europa dell’8,1% a novembre. In linea Fca, che ha perso l’8% di immatricolazioni.
In mattinata, la Borsa di Tokyo ha registrato un pesante scivolone con il Nikkei in ribasso del 2,02% in chiusura: è vero che l’indice del Sol Levante era reduce da due giorni di netti rialzi, che giustificano le prese di profitto, ma a pesare sono stati anche i timori delle imprese. L’indice di fiducia delle grandi aziende manifatturiere è rimasto fermo nel quarto trimestre, secondo l’indagine Tankan della Banca centrale locale e questo testimonia i timori di un peggioramento delle condizioni economiche nei mesi a venire.
Sensazioni che trovano una sponda al pessimismo in Cina, con i dati sulle vendite al dettaglio e la produzione industriale peggiori delle aspettative. Le prime hanno registrato una crescita dell’8,1%, che per l’economia asiatica significa comunque il tasso di espansione peggiore da 15 anni (e contro le attese degli analisti per un +8,8%). La produzione industriale invece è salita del 5,4% annuo, meno del 5,9% di ottobre che gli economisti si aspettavano venisse replicato; in questo caso, è il passo più debole da febbraio 2016. Non a caso, anche la Borsa di Shanghai ha trattato debole cedendo l’1,5%. Ieri sera è mancato il supporto di Wall Street, che ha chiuso mista in attesa degli sviluppi commerciali tra Washington e Pechino: il Dow è salito dello 0,29%, lo S&P500 ha perso lo 0,02% e il Nasdaq ha limato lo 0,39%.
L’euro è in lieve calo alle prime battute sui mercati a 1,1346 dollari da quota 1,1361 di ieri dopo la chiusura di Wall Street. Contro lo yen la moneta unica scende a 128,84. Si attende un responso sulla salute dell’Eurozona dagli indicatori Pmi compositi, che anticipano l’andamento economico di manifattura e servizi sintetizzando le interviste dei direttori agli acquisti. In Italia è la volta di inflazione e fatturato e ordinativi dell’industria. Negli Usa si guarda alla produzione industriale e alle vendite al dettaglio.
Infine, tra le materie prime, le quotazioni dell’oro hanno registrato cali sui mercati asiatici. Il lingotto con consegna immediata passa di mano a 1.240 dollari l’oncia. Il petrolio è debole in chiusura di settimana .Sul mercato after hour di New York i contratti sul greggio Wti con scadenza a gennaio passano di mano a 51,35 dollari contro i 51,58 di ieri sera. Il Brent perde 39 centesimi a 61,06 dollari al barile.