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Da Adriano a Zanetti, tutti gli stranieri dell’Inter

Lug 13, 2016

Chi lamenta l’eccessivo ricorso a calciatori stranieri dell’Inter non sa quel che dice. Lo dimostra un denso compendio statistico realizzato con tanta cura da Francesco Rovida, lodigiano, tifoso innamorato che segue i colori nerazzurri da quando era un bimbo e, come ogni bimbo che si rispetti, vanta nella contro copertina “oltre 500 autografi originali di giocatori che hanno militato” nelle file della Beneamata.

Leggete infatti quel che scritto nell’atto di fondazione compilato il 9 marzo 1908 da 43 dissidenti del Milan, contrari all’ipotesi societaria di chiudere il tesseramento agli stranieri: “…questa splendida notte dar i colori al nostro stemma: il nero e l’azzurro sullo sfondo d’oro delle stelle. Si chiamer Internazionale, perch noi siamo fratelli del mondo”.

Eccoli dunque tutti gli stranieri dell’Inter: 267 (il calcolo riferito al 31 gennaio di quest’anno) che hanno partecipato alle varie competizioni, provenienti da quattro continenti. Una miniera d’oro per chi ama questa maglia e anche per chi si chiede perch mai questo sport, tanto amato, non possa vivere di milioni di Rovida, con maglie diverse, mai divisi dall’odio scellerato, ma uniti da sincera passione.

Entriamo allora in questa galleria nera e azzurra. Facile indovinare il primo che s’incontra, il mitico “tractor” Javier Zanetti, recordman di presenze, 615, non solo tra gli stranieri, ma dell’intera storia societaria, capofila della famiglia argentina che con 46 atleti la pattuglia pi numerosa.

Un po’ meno facile, ma non per i supporter di lunga militanza, indicare chi al primo posto in quanto a gol realizzati: l’ungherese Nyers, con 133 reti tutte segnate in campionato, che apre la classifica dei grandi marcatori, da Angelillo a Jair, da Ronaldo a Milito.

Il resto lo lasciamo al piacere della scoperta degli appassionati. Togliendoci solo lo sfizio di segnalare un altro argentino, che sta all’opposto di Zanetti e che di Javier potrebbe essere il bisnonno: Franco Ponzinibio, classe 1914, una sola presenza nel campionato 1932-33. Rovida gli rende l’onore delle armi: “Arriva all’Inter giovanissimo e l’impatto con la nuova squadra e la nuova realt si rivela un ostacolo troppo grande per la sua maturazione sportiva”.

Pensate a che cosa scrivono oggi delle cosiddette “meteore” e confrontatelo con l’omaggio reso da un gentiluomo di questi tempi a un uomo d’altri tempi.

L’ultimo nome, ma solo per via d’alfabeto, di Weisz, il tecnico che ha regalato all’Inter il primo titolo a girone unico. Qualche anno dopo morir ad Auschwitz, in un campo di concentramento. (gi.cer.)

Francesco Rovida

Tutti gli stranieri dell’Internazionale da Adriano a Zanetti

Urbone Publishing, euro 12, pagg. 160

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