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«Ricordo di essere finito in fondo alla scalinata subito fuori dall’uscita sul retro del locale, ho aiutato quante più persone possibile, ma non dimenticherò mai il momento in cui tenevo la testa del mio amico a terra, mentre vicino a me c’era un ragazzo che non reagiva: era uno di quelli che non ce l’ha fatta». A raccontare la sua testimonianza è Mattia Venanzi, 20 anni di Pesaro. C’era anche lui venerdì sera alla discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, dove sono morte 6 persone schiacciate dalla calca di ragazzi, in fuga per il panico generato dall’uso di uno spray urticante all’interno del locale dove, di lì a breve, si sarebbe dovuto esibire il trapper Sfera Ebbasta.
«Eravamo in 3, siamo arrivati introno alla mezzanotte e mezza, c’era una marea di gente. Ricordo che siamo andati a prendere la prima consumazione al bar. Neppure il tempo di fare un sorso che abbiamo visto la gente spostarsi in massa verso l’uscita in fondo. La gente urlava di uno spray. All’inizio sembrava una situazione tranquilla, ma poi ho sentito la pressione della gente da dietro. Mi è sembrato di rotolare e mi è andata bene che sono arrivato in fondo alle scale. Sopra di me avevo un mio amico. Ci siamo tirati fuori e poi ho aiutato quanti più ragazzi possibile mentre arrivavano i medici che ci suggerivano di tenere alte le teste di quelli che erano stesi a terra. Vedevo la gente schiacciata sotto una montagna umana che non si muoveva. Vedevo i loro corpi con i colori più assurdi: chi era diventato grigio e chi sembrava come se stesse andando a fuoco. Io ho cominciato a tirare via qualcuno. Ho fatto quello che potevo mentre sembrava che la gente mi moriva intorno. Poi ho pensato che non trovavamo il nostro terzo amico, che era già in ambulanza dove i medici lo stavano rianimando. Ora è al Reparto di Rianimazione all’ospedale di Ancona. Mi dicono che è intubato e sedato».