La corte di appello di Firenze ha riformato la sentenza di condanna di primo grado dei fratelli Aleotti, proprietari della Menarini, la più importante azienda farmaceutica italiana. Lucia e Giovanni Aleotti sono stati assolti con varie formule dalle accuse di riciclaggio. Mentre è stata dichiarata la prescrizione del reato di corruzione per Lucia Aleotti. La corte di appello si era ritirata in camera di consiglio intorno alle 10.30 di questa mattina, mercoledì 5 dicembre.
Lucia Aleotti è stata assolta in parte per non aver commesso il reato di riciclaggio, in parte perché “il fatto non sussiste”. Suo fratello Giovanni è stato dichiarato in parte non punibile per aver concorso nel reato presupposto (l’evasione fiscale) e in parte assolto con formula piena (il fatto non sussiste). Per effetto della sentenza è stata disposta la restituzione delle somme in sequestro, cioè di circa 700 milioni di euro. I fratelli Aleotti non erano presenti in aula al momento della lettura della sentenza.
“Siamo felici di questa decisione della Corte d’Appello di Firenze che ha assolto Lucia Aleotti e Alberto Giovanni Aleotti rispetto a tutti i capi d’imputazione.Sono trascorsi moltissimi anni dall’inizio di questa dolorosa vicenda, ma finalmente il Giudice ha riconosciuto l’estraneità degli azionisti di Menarini dai fatti per cui erano accusati ingiustamente” si legge in una nota diffusa dalla Menarini. “Ora Lucia e Alberto Giovanni Aleotti potranno continuare a dedicarsi alla crescita del Gruppo Menarini che conta più di 17.000 dipendenti e che, sebbene non sia stato coinvolto direttamente nel processo, ha subito certamente contraccolpi e gravi danni d’immagine, anche a livello internazionale, a causa di questa inchiesta”, conclude la nota.