Protagonisti di film per grandi e piccini, onnipresenti fra i giocattoli più ambiti e fra i reperti archeologici dei musei di storia naturale, i dinosauri sono fra gli esseri viventi estinti più ammirati. Conoscerli non è facile, e anche se alcune razze hanno catturato l’immaginario comune, ce ne sono moltissime altre pressoché sconosciute. Che dire poi dell’avere le idee chiare sulle proporzioni di questi giganti preistorici? Per scoprire abbastanza da soddisfare la curiosità dei bambini c’è il Grande atlante dei dinosauri edito da Editoriale Scienza.
È indirizzato a un pubblico di giovani paleontologi e amanti dell’archeologia con età a partire dagli 8 anni, ed è fatto davvero bene. Il grande formato e il cartoncino di alta qualità lasciano intuire la cura del dettaglio messa nella produzione di un’opera educativa, adatta sia per la fruizione a casa sia per essere usata in classe a scopo insegnativo.
Quasi tutte le pagine si aprono a depliant raddoppiando la loro estensione iniziale, così da poter contenere molte più informazioni. Soprattutto, riescono così a illustrare in scala 1:1 dettagli come la grandezza degli artigli o dei denti. L’effetto Wow è garantito anche per i più cresciuti. Ci sono molte alette sollevabili, ma non pensate a quelle dei libri per i bambini dell’asilo. Servono, per esempio, per vedere la scatola cranica di un dinosauro sotto al disegno del suo muso esteriore così come ricostruito con le informazioni morfologiche in nostro possesso. Oppure per apprendere nozioni aggiuntive sull’argomento della pagina, come i margini delle placche tettoniche.
La qualità delle immagini curate dall’illustratore James Gilleard è eccelsa, i testi dell’autrice Anne Rooney sintetici e schematici quanto basta per chiarire i concetti senza annoiare. Preziosa, poi, la consulenza del dottor David Button, paleontologo presso il Museo di Scienze Naturali della Carolina del Nord, senonché cacciatore di dinosauri.
Ci sono le risposte alle domande più comuni, come quando sono vissuti i dinosauri e perché si sono estinti. Ma ad attirare maggiormente l’attenzione sono le numerose nozioni che si scoprono strada facendo. Si scopre, per esempio, che i pterosauri erano sdentati, non erano uccelli, tuttavia planavano nel cielo. O che i giovani dinosauri apprendevano giocando, e lasciando magari i segni dei denti nelle ossa dei fratelli, senza tuttavia ucciderli. O che alcuni dinosauri non si sono estinti, ma piuttosto si sono evoluti in esseri che vivono ai giorni nostri, pensiamo per esempio allo struzzo.
Insomma, un bel viaggio alla scoperta degli esseri preistorici che sicuramente appassiona e attira l’attenzione per molto tempo, visto che le informazioni sono talmente tante da non poter essere liquidate in un paio d’ore!