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Manovra, senza proroga rischio stop al bonus bebé dal 2019. Fontana: “Presto un emendamento”

Nov 11, 2018

MILANO – Il governo rischia di mandare in soffitta il bonus bebé, il contributo da 960 euro previsto per i nuovi nati. La misura, introdotta inizialmente nella Legge di Bilancio 2015 e che prevedeva un bonus per i primi tre anni di vita, non risulta rifinanziata nell’ultima Manovra, mentre in quella pecedente era stata ridotta soltanto al primo anno.

Fontana: “Presto un emendamento”

In giornata però è lo stesso ministro della famiglia Lorenzo Fontana a mettere una toppa, annunciando un intervento imminente: “Sul cosiddetto bonus bebè è in predisposizione un emendamento governativo”, ha detto. “La misura ha richiesto una più attenta verifica sulla sua operatività ed efficacia, all’esito della quale si è deciso di presentare, sin dalla Camera, un emendamento governativo che miri a tenere conto, e a superare, talune inefficienze che erano emerse nella precedente versione”.

Salvini sulla Manovra: “Ue ci lasci lavorare”

Di Manovra è tornato a parlare il vice presidente del Consiglio Matteo Salvini, intervenuto alla scuola di formazione politica della Lega: “Vorrei stare tranquillo, vorrei che ci lasciassero lavorare. Se tutte le manovre economiche che ci hanno preceduto, a cui Juncker batteva le manine, hanno massacrato l’Italia, noi non abbiamo solo il diritto ma il dovere di fare il contrario”, ha detto parlando della trattativa con l’Europa: “Non andiamo lì cocciuti, o è così o pomì, però è questo”. Secondo Salvini poi “Il rischio che torni una guerra non è dovuto al populismo e al nazionalismo, ma a chi ha preso in ostaggio il sogno europeo. E l’ha sclerotizzato in una burocrazia rappresentata dalla Commissione europea, che è la negazione dell’Europa”.

Bonus bebé, i dettagli della misura

Il bonus bebè valeva anche per i figli adottati, in quel caso considerando il periodo di ingresso nella nuova famiglia, per italiani e stranieri con permesso di soggiorno. Anche la residenza in Italia era un pre-requisito, insieme all’indicatore Isee che non doveva superare i 25mila euro. L’assegno veniva raddoppiato per le famiglie con Isee sotto i 7.000 euro.

La norma, introdotta con la prima legge di Bilancio del governo Renzi, fortemente voluta dall’allora ministro della Salute Beatrice Lorenzin, valeva per i nati del triennio 2015-2017 e lo scorso anno, dopo settimane di battaglia parlamentare per trovare le risorse, era stato prorogato ai nati del 2018. L’assegno era rimasto sempre a 960 euro l’anno (80 euro al mese) ma era stato ridotto l’arco temporale al solo primo anno di vita del bambino.

La misura, così come i 5 giorni di congedo obbligatorio (e pagato al 100%) per i papà alla nascita dei figli, per proseguire il prossimo anno avrebbe bisogno di un intervento normativo che, la momento, non compare nella manovra all’esame della commissione Bilancio della Camera. Possibile che questi capitoli compaiano tra gli emendamenti che i deputati hanno tempo di presentare fino a giovedì 15 novembre.

Una proposta di proroga per i prossimi tre anni è contenuta nella proposta di legge sulle semplificazioni fiscali del Movimento 5 Stelle, in discussione in commissione Finanze della Camera. Nel testo si chiede il rinnovo del bonus fino a tutti i nati del 2021 rimodulando l’assegno in più fasce, sempre legato all’Isee (1.560 euro l’anno con Isee tra 7 e 13mila euro e 1.200 euro annui tra 13mila e 19mila euro). Per questo bonus rinnovato si prevedono risorse per 377 milioni l’anno

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